CASAL DI PRINCIPE. La famiglia Schiavone appoggiava alle elezioni Nicola Cosentino tramite Peppe Russo O Padrino, che era sposato con una sorella del politico. Me lo disse Aniello Bidognetti, erano gli anni 1994-1995.
E’ quanto ha dichiarato il collaboratore di giustizia Alfonso Diana, sentito in videoconferenza lunedì (in qualità di imputato in procedimento connesso) davanti al collegio C della prima sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente Giampaolo Gugliemo) dove è in corso il processo Eco4 che vede imputato il deputato del Pdl Cosentino – presente in aula con il legale Stefano Montone – per concorso esterno in associazione mafiosa.
Diana, rispondendo alla domande del pm della Dda di Napoli Alessandro Milita, ha confermato di aver chiesto ai miei familiari di votare per le persone indicate dal clan, ovvero Cosentino e Cipriano Chianese, quest’ultimo sostenuto dai Bidognetti. Parole che lo stesso pm ha contestato visto che nel 2011 Diana aveva affermato di non essersi occupato di nessuna campagna elettorale. Col tempo ho iniziato a ricordare, ha risposto il pentito.
Prima di lui, è stato ascoltato il fratello, Luigi Diana, anch’egli collaboratore di giustizia, che ha ricordato come alle provinciali del 1990 Walter Schiavone, fratello del boss Sandokan, lo riprese dopo averlo visto al bar di Casal di Principe mentre prendeva un caffè con il fratello di Cosentino: Walter mi disse che non dovevo fare campagna per Nicola Cosentino, sebbene conoscessi lui e i suoi fratelli da una vita abitando a circa 200 metri di distanza dalla loro casa ma doveva impegnarsi a far votare un altro candidato.
Luigi Diana ha poi raccontato come il clan fece cadere nel 1994 la giunta di Renato Natale, eletto sindaco a Casale per il Pds solo pochi mesi prima. Quando Natale fu eletto, Walter Schiavone mi disse che la giunta doveva cadere per sbloccare gli appalti, ha aggiunto.
A fine udienza il presidente del collegio ha poi dato notizia di aver respinto l’istanza di revoca dell’ordinanza a carico del deputato, che è uscito dall’aula scuro in volto senza rilasciare dichiarazioni. La prossima udienza del processo è prevista il 18 marzo.