Incendio capannone: escluso aggravante mafioso per Martinelli junior

di Redazione

 SAN CIPRIANO. Si è svolta il 10 giugno l’udienza di convalida del fermo, disposto dalla Dda di Napoli, nei confronti di Emilio Martinelli, 23 anni, figlio primogenitodel boss Enrico Martinelli, detenuto al carcere duro nel penitenziario di Milano Opera.

Il giovane era stato fermato dagli uomini della Questura di Caserta al ristorante “La Campagnola” perché ritenuto gravemente indiziato di tentata estorsione, nonché di incendio doloso, a danno di un capannone nella azienda agricola della famiglia Campomaggiore, a Pignataro Maggiore, lo scorso 13 maggio.

Accogliendo la tesi difensiva, il gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Giuseppe Meccariello, non solo non ha convalidato il fermo operato, ritenendo che non si ravvisasse alcun pericolo di fuga del giovane, presupposto necessario per la convalida, ma che non vi fossero elementi sufficienti per ipotizzare una gravità indiziaria sia con riferimento alla ritenuta ipotesi di estorsione tentata sia, soprattutto, dell’aggravante del metodo mafioso.

Riqualificando il fatto così come contestato, il giudice ha rimesso gli atti all’autorità giudiziaria di Santa Maria Capua Vetere, facendo venire meno la competenza funzionale della Direzione distrettuale antimafia, e applicando la misura carceraria per la sola ipotesi di incendio doloso.

Il legale difensore del giovane, l’avvocato Felice Belluomo, che ha incassato questo primo risultato a favore con la doppia esclusione, sia dell’ipotesi estorsiva che del metodo mafioso, intanto, preannuncia immediato ricorso al Tribunale del Riesame per la residua ipotesi di incendio.

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