“Il disagio minorile esiste e bisogna prenderne coscienza. Attraversa tutto il Paese e si manifesta in particolare al Sud. Un fenomeno collegato a situazioni di povertà evidenti e gestioni territoriali inadeguate”. Lo ha dichiarato Sergio Costa, vicepresidente della Camera dei Deputati, nel corso del Cnpr Forum “Famiglia e scuola insieme per la cura e la prevenzione del disagio minorile”, promosso dalla Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca, dedicato all’evento nazionale sul progetto “CrescimiTu”. – continua sotto –
“La prima cosa da fare per arginarlo – ha detto Costa –è quella di finanziare adeguatamente i Lep; la seconda è guardare diversamente il concetto di autonomia differenziata per evitare di creare tanti microcosmi di disagio minorile; infine bisogna valorizzare il Terzo settore che può rappresentare quella chiave di lettura in favore delle famiglie per intercettare il disagio fin dal primo momento. Per aiutare le famiglie bisogna costruire un percorso perché le stesse si possano fidare della PA. Partiamo dai consultori familiari, ne abbiamo pochissimi. Al Sud 1 ogni 40mila famiglie, al Nord 1 ogni 13mila famiglie. E’ una forbice che va ridotta. Occorre poi aiutare le famiglie ad avere un rapporto sano con la scuola. Riducendo numericamente gli istituti in virtù dell’efficientismo economico sarà davvero difficile salvaguardare la coesione sociale”.
Sui sostegni alle famiglie si è soffermata Simona Flavia Malpezzi (vicepresidente della Commissione infanzia e adolescenza al Senato): “Bisogna potenziare i nidi per l’infanzia affinché tutti possano partire alla pari fin dai primi anni di vita. E’ nostro dovere garantire a tutti i bambini uno stesso tipo di futuro. Occorre poi aumentare le risorse per i reparti di neuropsichiatria infantile perché stanno aumentando gli accessi in modo preoccupante. Accanto a queste misure urgenti vanno messe in atto una serie di misure di prevenzione. Penso ad una rete di tutte le agenzie educative del territorio con progetti finanziati e strutturati affinché mettano in atto percorsi adatti alle esigenze dei ragazzi del territorio di riferimento. Dobbiamo assicurarci che le giuste risorse arrivino al mondo della scuola e alle famiglie. Abbiamo ancora i costi dei libri e delle mense inaccessibili per molti. Dobbiamo fare in modo che la scuola abbia più insegnanti. Il dimensionamento in corso rischia di togliere presìdi e spazi civici che rappresentano dei punti fermi per tutte le comunità. La politica deve essere in grado di dare risposte concrete a queste esigenze”.
Secondo Elena Leonardi (parlamentare di Fratelli d’Italia in Commissione infanzia e adolescenza al Senato): “Ci deve essere una presa in carico collettiva da parte di tutti i soggetti abilitati, a partire dalle famiglie e dal mondo della scuola. Uno degli interventi messi in campo da questo governo, ad esempio, è il decreto Caivano. Con questa misura sono stati previsti non solo interventi legati a misure legislative per la criminalità minorile e per la responsabilità genitoriale; si è anche provveduto a mettere a punto un pacchetto di misure per il recupero dei ragazzi attraverso investimenti nelle scuole e nelle strutture sportive per sottrarre i giovani a un futuro di degrado e criminalità. Serve un patto generazionale che va stretto tra tutte le istituzioni e le famiglie. Non a caso proprio la famiglia è diventata il nucleo delle politiche del governo Meloni. Non solo per l’istituzione di un ministero apposito, ma con tutti gli interventi economici previsti nelle leggi di bilancio che puntano al sostegno di questo istituto fondamentale. Solo investendo sulle famiglie possiamo garantire un futuro alla nostra società”. – continua sotto –
Della necessità di un coordinamento pedagogico ha parlato Valentina D’Orso (deputata del M5s): “C’è una proposta di legge che ho sottoscritto ed è già stata approvata alla Camera sulla prevenzione e sul contrasto del fenomeno del bullismo che si estende all’intercettazione preventiva di quei disagi che sottolineano le difficoltà relazionali dei nostri bambini. Approvare questo testo legislativo in via definitiva vuol dire avere un aggiornamento delle misure rieducative del Tribunale dei Minorenni che potrebbe agire con progetti personalizzati rieducativi con l’intervento delle famiglie, percorsi di mediazione e con il coinvolgimento del terzo settore e dell’associazionismo per attività che possono canalizzare aggressività degli adolescenti trasformandole in occasioni di riscatto. Famiglia e scuole devono essere supportati nell’aspetto educativo. Non possiamo caricare solo gli insegnanti di questi oneri per la crescita educativa dei ragazzi. Ognuno deve fare la sua parte. Vogliamo l’introduzione di un servizio di coordinamento pedagogico con uno staff di tecnici che sia in grado di intercettare le prime difficoltà relazionali educando alle relazioni sane”.
Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Michela Benna (consigliere d’amministrazione della Cnpr): “L’educazione ha un ruolo fondamentale nel combattere il disagio. Bisogna dare ai bambini entusiasmo, voglia di imparare ed essere felici, insieme a tutti gli strumenti possibili per poter superare qualsiasi difficoltà. La famiglia e la scuola dovrebbero essere in grande simbiosi per poter risolvere i problemi educativi. Un grande aiuto viene dalle strutture che devono sostenere la genitorialità e che vanno per questo incentivate in ogni modo dallo Stato”.
Sulla necessità di adottare misure urgenti per combattere il disagio giovanile è intervenuta Eleonora Linda Lecchi (commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bergamo): “Di fronte a un fenomeno sempre più presente in tutto il territorio del nostro Paese occorrono misure urgenti e non più procrastinabili se vogliamo davvero mettere in pratica il mantra dell’investimento nel capitale umano per il futuro dell’Italia. Famiglie e scuole vanno aiutate nella difficile missione di fornire ai bambini tutti gli strumenti possibili per costruire il proprio futuro con la giusta serenità”. – continua sotto –
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni (consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili): “Durante il processo di crescita, perché vi sia un adeguato sviluppo psicologico e si formi quello che è il senso della realtà nei bambini e negli adolescenti, diventa fondamentale l’indirizzo della famiglia così come quello della scuola. Da questo punto di vista la scuola dovrebbe fare molto di più per la promozione della salute psicologica degli adolescenti. E’ un tema che riguarda la crescita dell’autostima, della fiducia nell’efficacia della propria azione, dell’essere in grado di autocontrollo per misurare i propri impulsi, l’adattamento al cambiamento, intervenire sulla capacità di interazione sociale”.
Nella foto, da sin. in senso orario Costa, Leonardi, D’Orso, Malpezzi