Sull’emendamento per l’eliminazione del ballottaggio per i sindaci proposto dalla Lega, il governo ha invitato i senatori del Carroccio al ritiro. È stato lo stesso relatore del “dl elezioni”, Alberto Balboni (Fratelli d’Italia) a suggerire di trasformarlo in un ordine del giorno. Dopo diverse ore di discussioni, la Lega ha quindi ritirato l’emendamento. Dal Senato è arrivato anche il no al terzo mandato dei presidenti di Regione. – continua sotto –
Intanto, il Senato ha bocciato l’emendamento della Lega che chiedeva di innalzare da due a tre il limite dei mandati dei presidenti di Regioni. I sì sono stati 26, i no 112 e gli astenuti 3. Il relatore Balboni aveva espresso parere contrario, mentre il governo, con la sottosegretaria Wanda Ferro, si era rimessa all’Aula.
L’emendamento della Lega prevede che il ballottaggio nei Comuni sopra i 15mila abitanti scatti solo se una coalizione non raggiunge al primo turno almeno il 40% dei voti. “Pur essendo d’accordo anticipo ai colleghi che la mia richiesta è di ritiro”, ha dichiarato Balboni. “Sono d’accordo nel merito, è un sistema che ha la sua dignità – ha aggiunto – ma non vedo l’opportunità di inserirlo in questo momento. Cambia le regole in vigore, avrebbe avuto bisogno di maggior confronto. Un tema così importante andava affrontato con ben altro metodo”. “Accogliamo l’invito alla trasformazione dell’emendamento in ordine del giorno. – ha detto il capogruppo leghista Massimiliano Romeo – Su questo tema possiamo comprendere che a due mesi dal voto sarebbe non corretto, quindi ci può stare. Per noi era importante porre la questione”.
L’emendamento ha suscitato l’ira delle opposizioni e dei Comuni. Elly Schlein si è scagliata contro il Carroccio. “La Lega si fermi, il blitz sulla cancellazione dei ballottaggi a tre mesi dal voto è uno sfregio alle più basilari regole democratiche”, ha affermato la segretaria del Pd. Dello stesso tono il commento dell’Anci, che rappresenta i Comuni. “È stato presentato un emendamento che, se approvato, cancellerebbe i ballottaggi per l’elezione dei sindaci nei Comuni sopra i 15mila abitanti in caso di raggiungimento di un quorum del 40% da parte di uno o più candidati. Noi non crediamo che uno stravolgimento della legge sull’elezione diretta dei sindaci possa essere ipotizzato senza interpellare i comuni, come invece è accaduto per altri provvedimenti nella logica della leale collaborazione tra istituzioni”, ha affermato il presidente Antonio Decaro.