Arrestato dalla Guardia di Finanza il patron “fantasma” della Pistoiese calcio. Maurizio De Simone, 43 anni, originario di Avellino, è stato prelevato nella sede della società sportiva “Us Pistoiese 1921” nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma, allargata a quella di Venezia, Pistoia e poi in Europa, per bancarotta fraudolenta e false fatturazioni.
Una maxi frode da 600 milioni per ottenere in modo fraudolento i fondi del Pnrr, destinati a finanziare il bonus facciate che erano finiti in conti correnti “coperti” tra Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Germania, Lituania, Paesi Bassi, Slovacchia e Svizzera. Un sistema di riciclaggio che avrebbe avuto lo scopo di far sparire i finanziamenti ottenuti illecitamente da una rete di società sparse su tutto il territorio nazionale, affinato con l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale sfruttata per produrre in serie documenti falsi. De Simone, tra l’altro, nel 2022 era stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Avellino, insieme ad altre persone, per una presunta truffa da 15 milioni di euro legata proprio ai “bonus facciate”.
24 le misure cautelari eseguite dalle Fiamme gialle su ordine del gip del Tribunale di Roma, Mara Mattioli, e su richiesta del procuratore Donata Patricia Costa. Otto le persone finite in carcere. Oltre a De Simone, ex garante del trust “Orange”, proprietario della società sportiva, c’è anche il tedesco Stefan Lehmann, ex proprietario della Pistoiese, detenendo le quote di maggioranza della “Holding Arancione”. Dopo essere stato indagato nel 2022 a Venezia per evasione dell’Iva, l’uomo aveva ceduto le quote a una società inglese.
Agli arresti domiciliari sono invece finiti in 14, tra cui l’avellinese Omar Vecchione: anche lui aveva fatto parte della società calcistica attraverso la sua Omav, un’azienda di servizi per le imprese con sede legale a Roma e con altre unità operative sparse sul territorio nazionale. Come dipendente della Omav, De Simone era riuscito ad aggirare la squalifica della Figc per operare nel club toscano. Le altre due misure cautelari, infine, sono interdittive a svolgere attività professionale e commerciale.
Secondo gli inquirenti veneti, De Simone avrebbe ottenuto nel 2022 dalla società Simest 150mila euro di fondi legati al Pnrr, grazie a un bando per imprese a cui avrebbe partecipato con un’azienda di cui risultava amministratore. L’impresa, che ha sede ad Avellino, avrebbe percepito questi fondi mai impiegati poi per i progetti presentati. I contributi percepiti sarebbero stati poi ceduti (con passaggi tracciati nell’indagine condotta dai finanzieri di Venezia) ad un’altra società che a sua volta li avrebbe girati all’Us Pistoiese 1921. L’attività di indagine è stata portata avanti attraverso riscontri telematici, una vasta acquisizione documentale,e il tracciamento di bonifici bancari con cui le società (di fatto create ad hoc) facevano transitare di volta in volta piccole somme.
Ma c’è anche un’indagine parallela a quella condotta a Venezia, che vede coinvolto in prima persona De Simone e, di riflesso, anche l’Us Pistoiese 1921. La Procura di Pistoia ha avviato un’inchiesta dal 2023, che vede al lavoro gli uomini della Guardia di Finanza di Pistoia, sotto la direzione dei sostituti procuratori Linda Gambassi e Luisa Serranti. L’ipotesi di reato per De Simone, nell’ambito dello svolgimento del suo ruolo all’interno della società arancione, sarebbe quella di bancarotta fraudolenta, falsa comunicazione sociale, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e indebita compensazione di imposte”.
Del caso si è occupata anche “Striscia la Notizia”, lo scorso 28 febbraio, con l’inviata Chiara Squaglia che ha incontrato De Simone, cercando di fare luce sulla sua posizione perché, nonostante fosse stato ufficialmente inibito per cinque anni dalla Figc, era in realtà ancora operativo nella gestione della squadra. Inoltre, il club è pieno di debiti e l’inviata ha provato a fare chiarezza anche su questo punto.