Arriva alla seconda edizione il convegno nazionale “Il sogno di Irene vive in ALTo”, organizzato dall’associazione “ALTo Lotta Al Tumore Ovarico” che si terrà il 15 giugno, a partire dalle ore 9, nella sala congressi del Next (Nuova Esposizione Ex Tabacchificio) a Capaccio Paestum (Salerno). L’evento, che segue il primo convegno tenutosi a Sassari presso la caserma “La Marmora” lo scorso anno, è patrocinato da: Comune di Capaccio Paestum, Parchi Archeologici di Paestum e Velia, e Simg (Società Italiana di Medicina Generale).
Questo importante appuntamento mira a mantenere alta l’attenzione sulla diagnosi e sul trattamento del tumore ovarico, una patologia “spesso discriminata e poco conosciuta, che continua a presentare un altissimo tasso di letalità a fronte di cure ancora limitate”, spiegano gli organizzatori. Per l’occasione, i templi del parco archeologico di Paestum saranno illuminati di color verde tiffany nelle notti del 14 e 15 giugno. Interverranno alcuni tra i massimi esperti del settore, provenienti dai più rinomati istituti di ricerca e cura d’Italia.
Il convegno sarà moderato dal dottor Vincenzo Verrone, referente provinciale della Sigm Salerno. Tra gli illustri relatori, il professor Giovanni Scambia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma offrirà un’introduzione generale sulla patologia del tumore ovarico; il professor Francesco Raspagliesi dell’Irccs – Istituto Nazionale dei Tumori di Milano discuterà dell’utilità dello screening per il tumore ovarico in donne ad alto rischio; il professor Marco Petrillo dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari presenterà le strategie preventive; la dottoressa Laura Franco dell’Azienda Ospedaliera Policlinico Universitario Federico II di Napoli affronterà le tecniche diagnostiche; il professor Francesco Cosentino del Responsible Research Hospital di Campobasso parlerà dei progressi chirurgici; il dottor Francesco Multinu dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano e della Mayo Clinic discuterà del trattamento chirurgico delle recidive; il professor Gian Franco Zannoni della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma esaminerà la correlazione tra mutazioni genetiche e caratteristiche anatomopatologiche; il professor Massimo Barberis dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano discuterà l’importanza dei geni Brca e Hrd nell’era dei Parp inibitori; e infine, il dottor Ugo Cavallaro dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) di Milano presenterà un aggiornamento sulle ricerche più recenti. Il convegno si concluderà con un dibattito aperto e le conclusioni finali, seguiti da una performance della Corale città di Agropoli, Club Art Music Lab, che offrirà un momento di riflessione e condivisione.
“La diagnosi di cancro ovarico non riguarda solo la donna che la riceve”, dichiara la presidente dell’Associazione ALTo, dottoressa Maria Teresa Cafasso, sottolineando: “Siamo madri, mogli, figlie, sorelle, insegnanti, commesse, veterinarie, infermiere, impiegate, casalinghe, scienziate, scrittrici, fino alla diagnosi impegnate a reggere un mondo che improvvisamente crolla. La nostra è una battaglia universale che riguarda tutti. È necessario che le Istituzioni e le aziende farmaceutiche prestino adeguata attenzione a questa patologia che lascia pochissime speranze di sopravvivenza. Abbiamo bisogno di nuovi farmaci, di maggiore attenzione, e che se ne parli molto, perché da sole non ci si salva. Abbiamo bisogno di tutti per raggiungere il nostro obiettivo: guarire tutte, nessuna esclusa!”.