Dopo quelle del presidente croato Mesic, sul Capo dello Stato italiano piovono le accuse di Antimo Verde, esponente di An, il quale afferma: “Napolitano doveva chiedere personalmente scusa agli italiani per aver taciuto sulle Foibe su ordine di Togliatti e del Pci”.
Le parole sulle Foibe pronunciate dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non vengono criticate dal solo presidente croato Stjepan Mesic. Anche dall’Italia, precisamente dal Comune di Gricignano di Aversa (Caserta), il dottor Antimo Verde, consigliere comunale di opposizione e leader cittadino del partito di Alleanza Nazionale, lancia accuse nei confronti del Capo dello Stato. Secondo Verde, il presidente Napolitano, durante il suo intervento in occasione del Giorno del Ricordo, avrebbe dovuto fare il suo personale “mea culpa” per aver anch’egli taciuto sull’orrore delle Foibe. “Ho apprezzato un 
passaggio dell’intervento del presidente, quando ha detto che non ci sono morti di serie A e di serie B. Ci sono morti e martiri, e basta. D’altra parte, Napolitano dovrebbe ricordare che quelle stragi furono compiute dopo la fine della guerra, dalla liberazione al 1946, periodo in cui i fascisti non esistevano più. Lui, invece, ha parlato di ‘retaggio della guerra fascista’, quando invece sa benissimo che quegli italiani non furono uccisi dai fascisti ma dai partigiani comunisti di Tito. Come noi sappiamo benissimo che Napolitano, prima di diventare presidente della Repubblica, è stato un rappresentante autorevole del Partito Comunista Italiano e, assieme a tutti i compagni del suo partito, ha ubbidito all’ordine del suo capo Togliatti di tacere sulle Foibe. Pertanto, – conclude Verde – se Napolitano fosse stato davvero il presidente di tutti gli italiani, nel suo intervento avrebbe dovuto ammettere, quando parlava di ‘cecità ideologica’, di avere anch’egli taciuto, chiedendo poi scusa ai martiri delle foibe, scusa agli italiani”.
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titolo del video: “Congresso AN – Verde Vs Napolitano”
