Mastrogiacomo starebbe bene. Lo riferisce giornalista pachistano

di Antonio Taglialatela

Daniele Mastrogiacomo (foto ANSA)ROMA. Mentre è atteso per oggi il voto alla Camera sul rifinanziamento delle missioni italiane all’estero, cresce la preoccupazione per Daniele Mastrogiacomo, l’inviato del quotidiano “Repubblica” catturato ieri dai talebani nel sud dell’Afghanistan con l’accusa di essere una spia britannica.

Il giornalista, insieme a due afghani, si era recato nelle province di Kandahar e Helmand, roccaforti della guerriglia, per contattare dei capi talebani e scrivere una reportage per il suo giornale. Il ministero degli esteri ha avviato tutti i contatti possibili per riportare a casa Mastrogiacomo, smentendo la tesi dei talebani secondo cui il giornalista sarebbe una spia e invitando tutti a non strumentalizzare una vicenda che si rivela assai delicata. “Mastrogiacomo – ha riferito il vicepremier e ministro degli Esteri Massimo D’Alemanon è nelle mani di un gruppo di sbandati o di banditi comuni in cerca di un riscatto, ma della struttura militare dei talebani”.

lo striscione di Mastrogiacomo al CampidoglioMa in giornata sembra siano giunte buone notizie. Un giornalista pachistano, Hamid Mir, ha riferito a Rai International che Mastrogiacomo è sano e salvo e che i talebani daranno sue notizie molto probabilmente domani. Secondo Hamid Mir, i talebani sospettano che Mastrogiacomo sia una spia perché “l’interprete dell’inviato di Repubblica non lo ha difeso e anzi ha espresso la sua disapprovazione con i talebani che così si sono fatti una cattiva idea del giornalista”. Un informatore avrebbe inoltre riferito al reporter pachistano il fatto che i talebani pensano che sia stato proprio il sequestro di Mastrogiacomo a scatenare l’offensiva della Nato nel sud dell’Afghanistan ed è per questo che lo ritengono un ostaggio molto importante. Gli stessi talebani si sarebbero anche detti pronti a rapire altri giornalisti occidentali per scambiarli con i loro prigionieri in carcere nel Paese. Hamid Mir, infine, ha detto di aver inviato, assieme ad altri colleghi, un messaggio ai leader talebani per convincerli che Mastrogiacomo non è una spia ma un professionista che lavoro per uno dei più rispettabili quotidiani italiani e, dunque, che non devono fargli del male.

Oggi pomeriggio, in Piazza del Campidoglio, a Roma, si è svolta una manifestazione indetta dal sindaco Walter Veltroni e dalla Stampa Romana per chiedere la liberazione del giornalista. Mastrogioacomo era in Afghanistan da mercoledì 28 febbraio e si era recato a Kandahar domenica scorsa. Intanto, prosegue l’offensiva della Nato nella provincia di Helmand. Oltre cinquemila uomini dell’Alleanza Atlantica, coadiuvati dalle forze afghane, tentano di riprendere il controllo del territorio, da tempo in mano ai talebani. Cinque guerriglieri sono stati uccisi nelle ultime ore.

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