E’ ritenuto l’autore di due tentativi di una rapina consumata ad Aversa lo scorso 8 luglio e di due tentate a Villa Literno e Trentola Ducenta, l’uomo arrestato a Castel Volturno dagli agenti della Squadra mobile e del commissariato di Polizia aversano.
Per quanto riguarda l’episodio di Aversa, i poliziotti giungevano in via Andreozzi su segnalazione di una donna che dichiarava di essere stata minacciata da un uomo, travisato da una mascherina azzurra e armato di pistola, mentre lei, a bordo della sua auto, insieme al figlio di pochi mesi, si accingeva a parcheggiare nel cortile della sua abitazione. Il malfattore le strappava una collana che indossava e si faceva consegnare gli anelli in suo possesso e la somma di 300 euro contenuta nel portafogli.
Le investigazioni, svolte attraverso la visualizzazione delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato nel condominio, consentivano di accertare che il rapinatore era giunto sul posto a bordo di una Fiat Panda di colore grigio su cui erano state apposte delle targhe che erano state rubate la stessa mattina a Villa Literno. Sempre dalle immagini emergeva che una vettura dello stesso modello e dello stesso colore utilizzata per consumare la rapina era transitata lungo la strada dove era stata trafugata la targa suddetta.
In tal modo, si risaliva al contrassegno originale del veicolo, risultato intestato ad una società di noleggio, presso la quale veniva individuato l’attuale utilizzatore. Contestualmente, si apprendeva che, prima della rapina commessa ad Aversa, erano state tentate altre rapine a Trentola Ducenta e a Villa Literno da parte di un uomo che, a bordo di una Fiat Panda grigia, utilizzava lo stesso “modus operandi” a danno di donne che si accingevano a parcheggiare le proprie vetture. In quelle due circostanze, però, la presenza di testimoni aveva impedito la consumazione dei delitti.
Gli approfondimenti investigativi permettevano di ricondurre con evidenza ad un unico soggetto la responsabilità dei tre episodi e l’utilizzo della stessa vettura, come dimostravano il colore ed un contrassegno apposto sulla parte posteriore della carrozzeria; la descrizione dell’autore fornita da vittime e testimoni, uno dei quali lo riconosceva fisicamente; il sequestro presso la sua abitazione di alcuni capi di abbigliamento e di un paio di occhiali perfettamente corrispondenti alle descrizioni fornite dai presenti ed alle immagini riprese dai sistemi di video sorveglianza visionati.
Pertanto, sulla scorta dei gravi indizi acquisiti, la Procura della Repubblica di Napoli Nord emetteva un decreto di fermo, eseguito lo scorso 18 luglio, nonostante un inutile tentativo di fuga durato alcune ore dell’indiziato, risultato essere già gravato da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, contro la persona ed evasione. In sede di giudizio di convalida, condividendo appieno il quadro accusatorio, il giudice per le indagini preliminari applicava la misura cautelare della custodia in carcere.