Napoli, si ripete il prodigio del sangue di Santa Patrizia

di Redazione

Si rinnova anche quest’anno il miracolo della liquefazione del sangue di Santa Patrizia, la religiosa discendente di Costantino co-patrona della città di Napoli dove, secondo una leggenda, secoli fa giunse naufraga dopo aver rinunciato al lusso familiare ed essersi allontanata da un matrimonio forzato.

In tantissimi, nella giornata del 25 agosto, hanno affollato la chiesa di San Gregorio Armeno per assistere alla santa messa e rivolgere una preghiera alle spoglie della Santa, traslate in un pregevole reliquiario in oro e argento nella seconda metà dell’Ottocento nell’ultima cappella a destra rispetto all’entrata, dove le suore, che ancora oggi continuano la loro opera in nome della vergine, hanno consentito a tantissimi fedeli di baciare la teca.

La liquefazione del sangue di Santa Patrizia ha delle differenze sostanziali con il più noto miracolo di San Gennaro: il prodigio negli anni avrebbe avuto luogo in modi e tempi diversi, ma secondo la tradizione avviene i martedì e il giorno della ricorrenza della santa.

Santa Patrizia di Costantinopoli è la compatrona di Napoli che viene festeggiata ogni 25 agosto. L’esistenza della Santa, nipote di Costantino il Grande, fu breve. Nacque a Costantinopoli nel 350 d.C. e fin da giovane fece voto di verginità. Purtroppo, la sua famiglia le impose il matrimonio, ma per non infrangere il suo voto Patrizia, accompagnata dalla sua nutrice Aglaia, fuggì a Roma dove Papa Liberio la diede ufficialmente in sposa a Cristo.

Quando morì il padre la giovane fece ritorno in patria, e decise di donare ogni bene ai poveri rinunciando così alle ricchezze imperiali. Patrizia decise poi di partire per la Terra Santa, ma durante il viaggio si scatenò una tempesta tanto violenta che la nave su cui viaggiava fu costretta a trovare rifugio a Napoli. La giovane trovò ospitalità presso il Monastero dei Monaci Basiliani, tuttavia morì dopo qualche mese a seguito di una malattia. Per volontà di Patrizia il suo corpo venne sepolto nel Monastero di San Nicandro e Marciano dove Aglaia e altre donne che la seguirono anche dopo la morte divennero Patriziane o Suore di Santa Patrizia.

Patrizia venne successivamente proclamata Santa e la chiesa situata in vico Armanni venne ben presto riconosciuta dal popolo come la chiesa di Santa Patrizia. Nel 1864 il convento delle Patriziane venne chiuso e le monache, i resti della Santa e il sangue sacro vennero trasferiti nel monastero di San Gregorio Armeno, dove tutt’oggi le Suore Crocifisse adoratrici dell’eucarestia custodiscono un’urna d’oro e d’argento ornata di preziose gemme, che conserva le spoglie rivestite in cera di Santa Patrizia. Una leggenda narra che un cavaliere romano per devozione strappò un molare alla Santa morta da qualche secolo che sanguinò come se fosse ancora in vita.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico