Operazione anticamorra nel Casertano: 35 arresti nel clan Picca

di Redazione

Sono 42 le persone raggiunte dai provvedimenti cautelari eseguiti stamani dai carabinieri del comando provinciale di Caserta, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nell’ambito di un’operazione contro il clan Picca-Di Martino operante a Teverola e Carinaro. 32 le persone finite in carcere, 3 ai domiciliari e 7 sottoposte a divieto di dimora in Campania. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

GLI ARRESTATI – In carcere: Aldo Picca, nato a Teverola il 17.11.1956; Nicola Di Martino, nato a S. Maria Capua Vetere il 23.03.1970; Salvatore De Santis, nato a Napoli il 14.06.1977; Luigi Abategiovanni, nato ad Aversa il 23.02.1975; Ermelinda Abategiovanni, nata ad Aversa il 20.07.1998; Biagio Benigno, nato ad Aversa il 04.05.1972; Marco Bosco, nato ad Aversa il 27.04.2000; Fabio Buffardo, nato a Caserta il 29.11.1984; Antimo Ceparano, nato a Sant’Antimo il 15 marzo 1973; Francesco De Chiara, nato a Santa Maria Capua Vetere il 28.02.1988; Errico Della Gatta, nato a Napoli il 20.09.1977; Fabio Della Volpe, nato ad Aversa (Ce) il 29.03.1999; Paolo Della Volpe, nato a Reggio Emilia 1’1.08.1993; Raffaele Di Tella, nato ad Aversa il 20.03.1968; Daniele Fatale, nato a Napoli il 25.09.1999; Bruno Frascarino, nato a Casandrino il 09.11.1995; Cristian Pio Intelligenza, nato ad Aversa il 29.06.1999; Giuseppe Lama, nato ad Aversa il 13.08.1979; Adele Marino, nata a Maddaloni il 3.4.1984; Massimo Massa, nato ad Aversa 01.12.1971; Vincenzo Mottola, nato Aversa il 27.07.1989; Salvatore Muscariello, nato Capua il 26.02.1971; Antonio Paciello, nato a Teverola il 07.01.1953; Salvatore Pasqua, nato Pompei (Na) il 16.11.2001; Giovanni Picca, nato a Caserta il 30.11.1982; Laura Picca, di Aldo e fu Di Tella Assunta, nata a Caserta il 07.03.1984; Luigi Picca, nato a Teverola 1’11.5.1954; Angelo Piro, nato a Santa Maria Capua Vetere il 20.05.1977; Nicola Podda, nato Cagliari il 25.05.1994; Angelo Rega, nato a Caserta il 04.07.1994; Antonio Rega, nato a Caserta il 03.01.1987; Raffaele Santoro, nato ad Averla il 25.05.1985; Giuseppe Sarno, nato a Caserta il 14.10.1979; Omar Schiavone, nato a Caserta il 16.08.1989; Carmine Sfoco, nato ad Aversa il 09.09.1995; Armando Sociale, nato ad Aversa l’01.08.1986; Rossano Spinosa, nato a Caserta il 10.11.1972; Luigi Stellato, nato ad Aversa il 17.07.1980; Michele Vinciguerra, nato a Santa Maria C.V. (Ce) il 09.11.1978; Luisa Ventre, nata a Santa Maria Capua Vetere il 31.10.1969; Veronika Viatkina, nata in Ucraina il 19.02.1986; Antonio Zaccariello, nato ad Aversa il 22.08.1993; Antonio Zuppa, nato ad Aversa 1’11.06,1982; Luigi Marchese, nato a Napoli il 21.1. 1977; Salvatore Vargas, nato a Napoli il 9.11.1982.

Domiciliari: Tobia Abategiovanni, nato ad Aversa il 11.08.2002; Carmine Di Tella, nato a Santa Maria Capua Vetere (Ce) il 08.04.1991; Natalia Gomes Watanabe, nata in Brasile il 24.04.1994. Divieto di dimora: Alessio Arbolino, nato a Caserta il 5.8.84; Giuseppe Laudadio Giuseppe, 11.11.1969; Dario Giovanni Caserta, nato a Napoli il 22.10.2000; Lorenzo Griffo, nato a Caserta il 13.12.2002, Cira Picca (di Aldo e fu Di Tella Assunta), nata a Caserta il 10.06.1979; 33 Giuseppe Picca, nato a Teverola (Ce) il 30.03.1965; Raffaele Picca, nato a Teverola il 15.03.1961.

La complessa attività investigativa, svolta dal 2021 al 2023, incentrata sui territori dei Comuni di Teverola e Carinaro, ha permesso, attraverso attività di intercettazioni telefoniche e ambientali, l’analisi dei tabulati e i servizi di osservazione e pedinamento, di accertare come Aldo Picca, 68 anni, esponente di spicco di un gruppo camorristico operante sul quel territorio, tornato in libertà dopo 19 anni di detenzione e tornato in cella lo scorso anno, abbia avviato una serie di attività criminali volte a riaffermare il “diritto” di gestire le attività illecite sui territori dei due comuni, senza sottostare alle fazioni del clan dei casalesi nella cui area di “competenza” ricadono proprio i predetti comuni.

L’indagine – Il quadro indiziario ha, in particolare, posto in evidenza il coinvolgimento degli odierni indagati nella prosecuzione dell’attività delinquenziale del gruppo di appartenenza. Le attività illecite accertate consistevano sia nelle estorsioni a danno di imprenditori e titolari di esercizi commerciali che nell’imposizione di istituti di vigilanza privata ad attività commerciali presenti sul territorio e di slot-machine presso bar, locali e sale slot, la cui fornitura era devoluta a società a loro riconducibili o compiacenti.

Estorsioni – Nel corso dell’attività investigativa è stato anche accertato il tentativo di imporre i servizi di onoranze funebri. I metodi adoperati s’incentravano sulla capacità di intimidazione scaturente dalla consapevolezza della pervasività di un potere spregiudicato a cui prestare acquiescenza: un sistema, in altre parole del tutto alternativo al complesso di regole disciplinanti la comune convivenza e che ripete la sua forza dalle capacità “militari”, compresa quella di resistere anche ai pubblici poteri ed alla forza della legge, in ciò essendo agevolato dal clima di omertà che, purtroppo, ancora aleggia in parte degli imprenditori per timore di subire atti ritorsivi contro i propri esercizi commerciali ovvero contro la propria persona o quella dei propri cari. Il sodalizio criminale disponeva di armi che servivano sia quale strumento efficace di intimidazione che per dirimere controversie all’interno dei circuiti criminali.

Droga – E’ anche diffusamente emerso come l’associazione traeva buona parte dei suoi introiti illeciti dalla compravendita di una svariata quantità e qualità di sostanze stupefacenti, quasi in regime di monopolio riuscendo, nel breve tempo, a saturare di sostanza stupefacente del tipo cocaina, hashish e marijuana i territori di competenza. Assai numerosi erano gli assuntori che a questi si rivolgevano per acquistare, anche più volte al giorno, le diverse droghe. Sono stati registrati casi di acquirenti che, non rispettando i pagamenti (che erano consentiti anche attraverso Pos portatili) e le scadenze pattuite, venivano poi resi vittime di pestaggi e privazioni di beni personali.

Sequestri – Contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza di custodia, nei confronti di alcuni destinatari del provvedimento, è stato notificato un decreto di sequestro di alcuni beni mobili e quote societarie a loro riconducibili per un valore di oltre 1 milione di euro.

Gratteri: “Picca voleva riemergere” – “L’indagato principale – spiega il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, incontrando la stampa – è un noto pregiudicato, che è stato condannato a 61 anni di reclusione e nel 2023, dopo 19 anni, è uscito dal carcere con i vari sconti di pena. Appena è uscito, ha ricominciato a riorganizzarsi, come emerge dalle indagini e dalle intercettazioni telefoniche e ambientali”.

Nella foto, da sin. Aldo Picca e Nicola Di Martino

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