Camorra, simula patologia per evitare processi: confiscati beni per 2 milioni

di Redazione

Confiscati immobili per un valore di oltre 2 milioni di euro riconducibili a Carlo Montella, detenuto nella casa circondariale di Parma dopo numerose condanne definitive per omicidio pluriaggravato continuato, associazione di tipo camorristico, usura, estorsione e altro. Si tratta di un esponente di primo piano del clan camorristico Tempesta, federato alla Nuova Famiglia, operante nel territorio dell’agro nocerino-sarnese.

Il provvedimento, emesso, su richiesta del procuratore di Nocera Inferiore Antonio Centore e del direttore della Dia Michele Carbone, dalla sezione Riesame e Misure di Prevenzione del tribunale di Salerno, divenuto definitivo il 1 luglio dopo una pronuncia della Cassazione, è stato eseguito oggi dalla sezione operativa di Salerno della Direzione Investigativa Antimafia.

Beni immobili e disponibilità economiche confiscate sono ritenute il provento delle attività illecite per lungo tempo svolte da Montella, considerato che le indagini patrimoniali svolte da investigatori e analisti della Dia hanno evidenziato una “evidente sproporzione tra il patrimonio e le capacità reddituali del prevenuto e dei suoi familiari”, spiega una nota.

Da rilevare, inoltre, le continue “attività dissimulatorie” poste in atto per anni dall’uomo “al fine di sottrarsi alla celebrazione dei numerosi processi ai quali avrebbe dovuto essere sottoposto a partire dalla fine degli anni Novanta”. In sintesi, Montella ha simulato per anni l’esistenza di una patologia psichiatrica con conseguente grave quadro di deterioramento cognitivo, che risultava peraltro convalidato da numerose consulenze e perizie medico-legali e psichiatriche. L’obiettivo era ottenere il riconoscimento di uno stato di incapacità processuale che ha determinato per anni il rinvio – solo con riguardo alla sua posizione, per tale motivo stralciata – di numerosi processi per reati gravissimi.

Le indagini hanno permesso, invece, di smentire in radice l’esistenza della patologia, che risulterebbe incompatibile (come accertato e ritenuto anche all’esito di consulenza tecnica medico-psichiatrica) con le attività criminali inconfutabilmente poste in atto da Montella, rendendo così possibile la ripresa dei dibattimenti che erano rimasti per lungo tempo sospesi.
Da quel momento, si sono succedute a suo carico numerose sentenze di condanna. Ricostruito anche il patrimonio del soggetto e la sua provenienza illecita, desunta dal doppio requisito della pericolosità sociale e dell’incapacità reddituale.

Sulla base di ciò, il tribunale di Salerno ha emesso il decreto di confisca che ha colpito svariati beni immobili, tra cui un complesso immobiliare ad Angri, denominato Parco Concetta, costituito da appartamenti, garage e aree non edificate, e un’altra proprietà immobiliare, Villa Concetta, a Sant’Egidio del Monte Albino.

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