Aversa, “Donne e Osteoporosi”: convegno del Soroptimist all’UniVanvitelli

di Redazione

Aversa (Caserta) – “Donne e osteoporosi. Dalle basi fisiopatologiche all’intelligenza artificiale”. È il titolo del convegno, organizzato dal Soroptimist International Club di Aversa, che si terrà venerdì 27 settembre, alle ore 15.30, nell’Aula Magna del Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Campania “Vanvitelli” ad Aversa.

Con l’introduzione della dottoressa Annamaria Tamburrino, presidente del Soroptimist Club, i saluti delle autorità: dottor Francesco Matacena, sindaco di Aversa; professor Alessandro Mandolini, direttore del Dipartimento di Ingegneria, dottor Amedeo Blasotti, direttore generale dell’Asl Caserta.

I lavori saranno moderati dal dottor Achille Pellegrino dell’Ospedale “Moscati” di Aversa. Interverranno diversi e autorevoli relatori: professoressa Giovanna Cuomo, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”; dottor Pasquale Gallo, dottor Adriano Santulli, dottor Giuseppe Di Giorgio, dottor Giuseppe Vargas e dottoressa Monica Falco dell’Ospedale “Moscati” di Aversa. Conclude il convegno il professor Eugenio Ruocco, del Dipartimento di Ingegneria.

L’iniziativa rientra nel progetto nazionale “CURArSI” del Soroptimist International. Per il Club di Aversa, il gruppo di lavoro sul tema è costituito dalla dottoressa Margherita Castaldo, referente, e dalle socie professoresse Matilde Migliaccio, Nunzia Pennino, Nicoletta Quintino e Rita Tancredi. “Il legame tra osteoporosi e donne è profondo e complesso, in quanto s’intreccia non solo con la salute, ma anche con la cultura e la società. Le sue implicazioni spaziano ben oltre le fratture e i dolori. Toccano corde profonde della vita di una donna, come l’autonomia, la capacità di muoversi e di prendersi cura di sé stessa e degli altri. Ecco la necessità di un approfondimento”, dichiara Annamaria Tamburrino.

“La necessità di modificare abitudini quotidiane, il bisogno di assistenza da parte di altri, sono tutte conseguenze che possono minare profondamente l’autostima e l’indipendenza. E queste non sono solo preoccupazioni fisiche, ma anche emotive e psicologiche. Si ha la sensazione di essere tradite dal proprio corpo, di non poter più contare sulla propria forza e resilienza. È il disagio di dover chiedere aiuto, quando si è sempre stati il pilastro della famiglia. Questo può portare a sentimenti di frustrazione, ansia e persino depressione. La perdita di mobilità e l’isolamento sociale che può derivare dalle fratture o dal timore di muoversi liberamente rappresentano un peso psicologico significativo, specialmente in una società che valorizza l’autonomia e l’efficienza”, prosegue la dottoressa Tamburrino.

“I messaggi pubblicitari e i mezzi di comunicazione spesso spingono verso una continua ricerca della giovinezza, ignorando il fatto che il corpo, nel corso del tempo, subisce trasformazioni che richiedono attenzione e cura specifica. In questo contesto, l’osteoporosi diventa una sfida non solo medica, ma anche sociale. Richiede una maggiore consapevolezza e un cambio di mentalità. Esistono trattamenti efficaci, strategie di prevenzione che saranno illustrate da autorevoli relatori. Con uno sguardo del tutto innovativo nel rapporto con l’intelligenza artificiale. Ma è necessario un cambiamento culturale. Incoraggiare le donne a prendersi cura di sé, a dare la giusta priorità al proprio ben-essere. Si richiede un approccio proattivo, sia da parte delle singole donne che della società nel suo complesso”, conclude la presidente del Soroptimist.

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