La Guardia di Finanza ha condotto una complessa attività investigativa nei confronti di soggetti, gestori di fatto di tre imprese tesili, indagati per ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, contrabbando doganale nonché falsità ideologica.
Il sistema illecito, individuato nel distretto tessile di Prato, era finalizzato ad evitare il pagamento delle imposte dovute da parte di soggetti economici, strutturati sotto forma di ditta individuale, caratterizzati da una breve vita (un terzo di essi non supera il terzo anno di vita) ed intestati fittiziamente a prestanome in luogo degli imprenditori occulti, questi ultimi spesso inquadrati quali meri dipendenti.
L’illecita attività veniva realizzata attraverso la cessione della merce mediante emissione di fatture con prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato nonché lo spostamento di dipendenti, fornitori e clienti, in favore di due imprese-schermo, riconducibili a soggetti prestanome, che hanno consentito al titolare di fatto della società in rassegna di proseguire la gestione occulta dell’attività commerciale. Il fine ultimo di tali attività illecite consentiva di evitare di esporre il magazzino aziendale alle pretese erariali ed assicurarsi i proventi dei reati contestati, tra i quali l’ipotesi di contrabbando per l’introduzione sul territorio nazionale di merci importate mediante sottrazione al pagamento dell’Iva dovuta.
All’esito dell’attività investigativa svolta, sotto la direzione della Procura europea – sede di Bologna, su richiesta di quest’ultima, il giudice delle indagini preliminari ha ritenuto di confermare l’ipotesi di reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ravvisata dagli investigatori delle fiamme gialle pratesi e dal pubblico ministero europeo. Il gip ha quindi disposto il sequestro di 3,6 milioni di metri lineari di tessuto per un valore di 4,9 milioni di euro, oltre a euro 261.600 di denaro contante e conti bancari. IN ALTO IL VIDEO