Aversa, dottoressa aggredita al Moscati: “Vado avanti”. Il sindaco: “Potenziare drappello Polizia”

di Redazione

Aversa (Caserta) – “Nonostante la delusione per quanto accaduto continuerò a fare il medico, forse non più al pronto soccorso”. Lo afferma la 32enne dottoressa aggredita venerdì scorso mentre era di turno al Pronto soccorso dell’ospedale “Moscati” di Aversa.

Una paziente di 34 anni, proveniente dalla confinante area del Napoletano, “stanca” di attendere, le ha scagliato contro il monitor e la stampante di un computer, provocandole una contusione al torace e un’escoriazione al braccio sinistro, giudicate guaribili in trenta giorni. “Mi rendo conto – dice la professionista all’Ansa – che dall’esterno non si comprende come funziona un ospedale e che ci sono delle priorità. Non si comprende il nostro impegno. Molto spesso mettiamo da parte anche le nostre famiglie o i nostri interessi personali per dare il nostro contributo”.

Le aggressioni verbali sono oramai all’ordine del giorno, come la paura, sempre più crescente, che dei pazienti passino dalle parole alle mani. “Non sono comunque scoraggiata”, sottolinea, e si dichiara pronta a tornare al lavoro dopo i trenta giorni di prognosi. In questo periodo lei sarà assente e spera che questo possa essere da “lezione” anche per gli utenti, ossia “cosa significa non avere medici o averne di meno”.

La solidarietà del sindaco – “Quanto accaduto all’ospedale Moscati pochi giorni fa è un fatto assolutamente grave che colpisce negativamente tutta la nostra comunità”, commenta il sindaco di Aversa, Franco Matacena, che esprime la solidarietà, sua personale, dell’amministrazione e della città intera, alla dottoressa aggredita, augurandole “una rapida guarigione” e ribadendo che, come già fatto in un recente incontro presso la Prefettura di Caserta, “insisterò presso le autorità deputate all’ordine pubblico per un potenziamento del drappello della polizia presso l’ospedale della nostra città”. “A tutto il personale sanitario che opera ad Aversa con encomiabile impegno per la salute di tutti – conclude Matacena – va la mia vicinanza e il mio ringraziamento”.

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