Us Navy, ditta pulizie licenzia dipendenti: è protesta

di Redazione

Us Navy GricignanoGRICIGNANO. Nuovo sciopero alla base Us Navy di Gricignano quello inscenato ieri mattina dai sei dipendenti della “Decima”, ditta napoletana convenzionata con la Mirabella Spa per le opere di pulizia all’interno della cittadella americana.

I lavoratori, cinque di Gricignano e uno di Aversa (di cui quattro con contratto a tempo pieno e altri due part time) sono stati licenziati dopo che il titolare ha deciso di rescindere il contratto con la Mirabella a causa di discordanze sui prezzi. L’ultimo giorno di lavoro è stato lo scorso 29 novembre. Nel frattempo, i dipendenti reclamano la salvaguardia del loro posto di lavoro e sono intenzionati a dare battaglia. “E’ vero che siamo solo in sei, ma non ci arrenderemo facilmente”, esclama uno dei lavoratori di Gricignano.

Intanto, per stamani, alle ore 10, è in programma un incontro tra i rappresentanti della Mirabella e i sindacati. Matteo Tozzi, della Filcams Cgil Caserta, commenta: “Stamani (ieri per chi legge, ndr) ho chiesto alla Mirabella chi facesse il servizio di pulizie nella base dopo la rescissione unilaterale del contratto da parte della ‘Decima’. Non mi è stata data risposta”. In pratica, secondo Tozzi si potrebbero inquadrare i sei lavoratori licenziati nella ditta che prenderà il posto della “Decima”. Anche, e soprattutto di questo si parlerà durante l’incontro.

Sempre stamattina dovrebbe tenersi a Capodichino anche lo sciopero dei circa duecento dipendenti della Us Navy che la scorsa settimana avevano inscenato una protesta davanti alla base di Gricignano. Il motivo: “L’inefficace attività di relazioni sindacali che comportano, da parte del comando, una mancata applicazione delle norme contrattuali e contestualmente il mancato rispetto delle leggi italiane”, si leggeva in una nota dei lavoratori. “La violazione di questi fondamentali diritti – continuava la nota – ha creato in questi ultimi anni uno stato di malcontento, di tensione e frustrazione che lede la dignità dei lavoratori che subiscono ritorsioni discriminatorie, laddove si rivolgono alle organizzazioni sindacali per avere tutela”. Dopo un incontro in Prefettura, dal quale non emergeva alcuna soddisfazione da parte dei lavoratori, quest’ultimi liberavano i varchi d’entrata della base e annunciavano lo sciopero a Capodichino. “Le azioni di sciopero – spiegavano i lavoratori nella loro nota – sono anche un monito per il governo italiano che presta poca attenzione alle problematiche dei circa 4.500 dipendenti delle basi a livello nazionale per i quali è venuto meno quello strumento della commissione presso la presidenza del Consiglio dei Ministri che inquadra il personale temporaneamente messo in mobilità, negli organismi dello Stato italiano, creando ulteriori ritardi”.

dal “Corriere di Caserta”, 03.12.08


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