Teverola (Caserta) – Nel giorno successivo all’adozione delle misure cautelari che hanno visto l’arresto degli ex sindaci Biagio Lusini e Tommaso Barbato, l’atmosfera è apparsa molto tesa durante la seduta del Consiglio comunale tenutasi ieri (in alto il video integrale). Ad aprire gli interventi è stato il consigliere di opposizione Dario Di Matteo, capogruppo di “Teverola in Testa”, il quale ha accusato l’amministrazione guidata da Gennaro Caserta di essere “completamente bloccata”. Rivolgendosi al primo cittadino, Di Matteo ha chiesto: “Deve dirci cosa dobbiamo fare, può anche chiederci di metterci in aspettativa come opposizione e rivederci tra tre mesi per consentire la riorganizzazione della macchina amministrativa, ma sappia che non ci conformeremo al vostro silenzio assordante”.
Di Matteo e i suoi colleghi di gruppo, insieme a quelli di “Teverola sostenibile”, hanno lamentato la mancanza di risposte dell’amministrazione alle loro sollecitazioni: “Ci troviamo in questo stallo a causa delle sue scelte politiche. Sapeva di intraprendere un percorso rischioso che avrebbe portato a un inevitabile scontro. Si può anche perdere una competizione politica, ma con dignità». Infine, Di Matteo ha proposto l’istituzione di una commissione d’accesso per garantire “trasparenza”.
Da parte sua, il capogruppo di “Teverola sostenibile”, Alfonso Fattore, ha chiesto invece le dimissioni del sindaco: “Devi assumerti la responsabilità della tua squadra, è venuto meno il principio di rappresentanza”. Riferendosi alle dimissioni di Barbato da vicesindaco e consigliere, e del capogruppo di maggioranza Pasquale De Floris, entrambi arrestati nell’ambito dell’inchiesta, Fattore ha sottolineato che “alcuni degli eletti con ruoli di rilievo nella scorsa amministrazione non ci sono più, e la maggioranza non rappresenta più la volontà espressa dai cittadini”. “L’unica scelta coerente è rassegnare le dimissioni”, ha sottolineato Fattore, chiedendo inoltre una seduta del Consiglio comunale aperta alla cittadinanza.
Critiche respinte dal sindaco Caserta: “Si possono commettere errori, ma bisogna essere garantisti: chi ha sbagliato pagherà, se verrà confermato quanto contestato dagli inquirenti. Ma non possiamo sempre tornare sugli stessi argomenti. Abbiamo già discusso della situazione giudiziaria un mese fa”. Respingendo anche l’accusa di immobilismo, Caserta ha ribadito: “Siamo fiduciosi nella giustizia e, nel frattempo, abbiamo il compito di trasmettere serenità ai cittadini e continuare a lavorare sugli impegni presi. Abbiamo già compiuto diversi passi, incluso l’avvio della gara per il servizio di igiene urbana”.
L’inchiesta riguarda un presunto sistema di corruzione al Comune di Teverola legato, in particolare, alla cosiddetta “lottizzazione Schiavone”. Otto misure cautelari sono state eseguite, lo scorso 12 novembre, dai carabinieri di Aversa nei confronti di professionisti, imprenditori e amministratori pubblici teverolesi, ritenuti gravemente indiziati in relazione a diverse ipotesi di corruzione e di abusi edilizi. Ai domiciliari gli ex sindaci Lusini e Barbato, il tecnico Gennaro Pitocchi e l’ex consigliere Pasquale De Floris. Divieto di dimora per l’ex assessore Pasquale Buonpane, l’imprenditore Angelo Morra, Teresa La Palomenta (compagna di Pitocchi) e Alessandro Pisani, figlio di quest’ultima e per diverso tempo dirigente dell’ufficio tecnico comunale a Teverola. Respinta la richiesta d’arresto per altri indagati, complessivamente 15.