Sant’Arpino (Caserta) – Lo chef santarpinese Antimo Migliaccio, presidente dell’associazione “Gusto Territoriale”, tra i protagonisti della decima edizione del Campionato Mondiale Pizza Doc che si è appena conclusa con successo a Capaccio Paestum (Salerno).
La kermesse, uno degli eventi più attesi e prestigiosi nel settore del Mondo Pizza, come ogni anno, ha attirato appassionati, esperti del settore e professionisti della gastronomia, confermandosi un appuntamento di rilevanza internazionale per celebrare l’arte della pizza. Tra i principali promotori dell’evento, Antonio Giaccoli, presidente e organizzatore del Campionato, ha fortemente voluto la presenza dell’Associazione Enogastronomica Gusto Territoriale nell’area espositiva.
Rappresentata dallo chef Antimo Migliaccio, presidente dell’associazione, e dal suo vice Nicola D’Alessio, l’associazione ha offerto un’importante vetrina con show cooking curati dai suoi membri, che hanno messo in luce la ricchezza e la qualità dei prodotti tipici campani. Gli chef partecipanti hanno collaborato con partner di prestigio come Dal Kampo, Pastificio Buffa, Caseificio Franzese, MD Antincendio, Cucina Alternativa e Studio 92, utilizzando ingredienti del territorio per creare piatti innovativi e dal sapore autentico. Ogni creazione ha avuto l’obiettivo di valorizzare le eccellenze campane, evidenziando la qualità della materia prima e le tecniche di preparazione tradizionali e moderne.
Ecco alcune delle proposte più interessanti:
- Chef Kevin Cozzuto ha presentato una raffinata Tartare di Manzo, condita con sale Maldon, olio extravergine e pepe, arricchita da un crumble di tarallo napoletano sugna e pepe, su fonduta di provola con crema di zucchine alla Nerano e chips croccanti.
- Giulio Turco, noto food blogger conosciuto come Mangettiere, ha portato la sua “TarTower”: una tartare di manzo servita su una torretta di chips di patate aromatizzate con olio, sale e rosmarino, completata da zeste di limone ed erba cipollina.
- Chef Luca Sabetta ha stupito con un dessert salato, “Questo non è un cannolo”, una rivisitazione del cannolo siciliano, farcito con tartare, ricotta di bufala e aromi di erbette spontanee e origano.
- Chef Vincenzo Toppy ha proposto la sua “Amor di Tartare”, una tartare di fassona sfumata alla genovese, accompagnata da burrata acida, mirtilli, e servita su una cialdina croccante di nocciole caramellate e peperone crusco.
- Chef Antonio Furolo ha preparato un Kampo Sushi Territoriale, un carpaccio di carne fresca con cicoria selvatica raccolta durante una passeggiata, e ricotta di bufala condita con olio e sale.
- Chef Francesco Ferrante ha presentato il “Elizabeth Swann”, un panino gourmet con tartare di carne campana Dal Kampo, agrumi di Sicilia, senape e valeriana.
- Chef Mirko Catanzaro ha proposto una pizza d’asporto, “Bruschetta Brutta e Schetta”, una pizza al tegamino con doppia consistenza di maialino lardellato, honey mustard e topping al babà.
- Chef Domenico Barra ha conquistato con il suo “Cannolo di Gin”: fesa di scottona della Tenuta Dal Kampo, marinata con Gin Pleasure e oli essenziali di limone, farcita con crema di bufala aversana del Caseificio Franzese, fragole fresche e una spolverata di pepe nero macinato al momento.
La serata di gala: un grande finale – Il successo dell’associazione “Gusto Territoriale” è stato sancito anche dalla serata di gala del Campionato, durante la quale lo chef umbro Umberto Trotti e lo chef ossolano Davide Pronti anno collaborato con il gruppo per la realizzazione di una cena d’eccezione, contribuendo al trionfo della serata. “Un’edizione indimenticabile”, ha dichiarato Migliaccio, ringraziando “tutti i nostri associati, il presidente del Campionato Pizza Doc Antonio Giaccoli e l’intera organizzazione per aver reso possibile questa straordinaria esperienza. Siamo già pronti a ripetere l’evento l’anno prossimo, con ancora più entusiasmo e passione!”. L’evento ha dimostrato ancora una volta che la combinazione di tradizione, innovazione e promozione del territorio rappresenta la chiave del successo per l’enogastronomia campana, rafforzando il legame tra la cultura del cibo e l’identità di una regione che ha ancora tanto da raccontare.