Siria, dopo Aleppo i jihadisti diretti ad Hama. Migliaia di civili in fuga, via anche l’Onu

di Redazione

Le forze jihadiste filo-turche sono entrate nella regione di Hama, al centro della Siria, e si dirigono senza trovare resistenza verso la città. Lo riferiscono fonti locali che seguono l’offensiva delle forze anti-governative, attestatesi ora alla cittadina di Tayibet al Imam, dieci chilometri in linea d’aria da Hama. Le stesse fonti riferiscono del ritiro repentino delle forze governative da Hama.

Dopo che ieri i jihadisti e i loro alleati sono entrati ieri ad Aleppo, la seconda città della Siria, con una guerra lampo di due giorni contro il regime che ha messo fine ad anni di relativa calma nel nord-ovest della Siria, oggi l’Aeronautica militare russa ha effettuato raid sulla città per la prima volta dal 2016: i morti sarebbero almeno 16. Due fonti militari siriane hanno affermato che la Russia ha promesso che ulteriori aiuti militari arriveranno a Damasco entro le prossime 72 ore. Anche l’esercito israeliano (Idf) ha annunciato di aver attaccato infrastrutture militari in Siria, vicino ai valichi di frontiera con il Libano. “L’attacco è stato effettuato in seguito all’identificazione del trasferimento di armi di Hezbollah, anche dopo l’accordo di cessate il fuoco”, spiega una nota.

Sempre oggi le forze curdo-siriane, espressione dell’ala locale del Pkk, hanno preso il controllo dell’aeroporto di Aleppo dopo il ritiro delle forze iraniane e governative di Damasco dallo scalo aereo internazionale. Ieri i jihadisti siriani e i loro ribelli alleati hanno conquistato anche l’importante città di Saraqib, nel Nord del Paese.

Oltre 255 morti per la conquista di Aleppo – I combattimenti per prendere la città di Aleppo, la metropoli patrimonio mondiale Unesco e a lungo contesa nel contesto della guerra siriana, secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Osdh) hanno causato più di 255 morti, sono i più violenti dal 2020 nella regione. I jihadisti filo-turchi che hanno conquistato la città hanno diffuso un comunicato in cui annunciano l’imposizione di un coprifuoco di 24 da oggi alle 17 ore locali (le 16 in Italia) fino alla stessa ora di domani. Secondo fonti locali, la città è quasi del tutto in mano delle forze sostenute dalla Turchia. L’esercito siriano ha annunciato un “ritiro temporaneo delle truppe” da Aleppo per preparare una controffensiva. L’esercito ha affermato che il ritiro fa parte di uno sforzo di riorganizzazione in vista dell’arrivo dei rinforzi per lanciare il contrattacco. I militari hanno anche aggiunto che decine di soldati sono stati uccisi o feriti nei feroci scontri con gli insorti ad Aleppo e Idlib avvenuti negli ultimi giorni. L’Iran afferma che “elementi terroristi” hanno attaccato il consolato di Teheran.

Migliaia di civili in fuga: via anche l’Onu – Decine di migliaia di civili sono in fuga verso le zone rurali di Idlib, nel nord-ovest della Siria: lo riporta il quotidiano in lingua inglese The Express Tribune con sede in Pakistan. Secondo il giornale, che cita fonti locali, le forze di opposizione hanno sfondato le linee di difesa sugli assi Hamdaniyya, Nuova Aleppo e Zahra – nella periferia occidentale di Aleppo – e attualmente controllano 400 chilometri quadrati di territorio. Anche le Nazioni Unite hanno avviato un’evacuazione da verso Damasco. Un primo convoglio di auto è già in viaggio per uscire dalla città, con alcuni italiani a bordo. Altri pullman Onu sono in attesa. L’ambasciata a Damasco (è in sede il nuovo ambasciatore Stefano Ravagnan), in stretta collaborazione con Palazzo Chigi e ministero degli Esteri, è in contatto col gruppo e riceverà i connazionali, in maggioranza doppi cittadini. Un limitato numero di religiosi, si apprende ancora, ha deciso di restare ad Aleppo, contando sui buoni rapporti stabiliti dai francescani con tutte le comunità. ⁠L’ambasciatore Ravagnan è in contatto con loro, così come con il vescovo, che sta bene. Si stanno anche aiutando i religiosi che invece vogliono lasciare Aleppo a farlo in condizioni di sicurezza.

Raid aerei della Russia a Idlib – La provincia di Aleppo, in gran parte tenuta dal regime di Bashar al-Assad, confina con l’ultima grande roccaforte ribelle e jihadista di Idlib. Secondo l’Osdh, una Ong con sede nel Regno Unito e con una vasta rete di fonti in Siria, il gruppo jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS) e i gruppi alleati, alcuni dei quali vicini alla Turchia, hanno raggiunto le porte della città dopo “due attacchi suicidi con autobombe”. L’esercito siriano, che ha dispiegato rinforzi ad Aleppo, secondo un funzionario della sicurezza, ha affermato di aver respinto “la grande offensiva dei gruppi terroristici” e di aver riconquistato diverse posizioni. Durante la guerra civile scoppiata nel 2011, le forze del regime, sostenute dall’aviazione russa, avevano riconquistato la parte orientale di Aleppo dagli insorti nel 2016, dopo devastanti bombardamenti. Ieri le forze aeree russe e siriane hanno lanciato intensi raid sulla regione di Idlib, ha dichiarato l’Ong. I combattenti hanno bombardato Aleppo per la prima volta in quattro anni, colpendo il campus universitario dove sono stati uccisi quattro civili, secondo l’agenzia ufficiale Sana. Un altro fedele alleato della Siria, l’Iran, ha ribadito il suo “continuo sostegno”. Teheran si è impegnata militarmente a sostenere il presidente Assad durante la guerra civile.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
Whatsapp
Redazione
Condividi con un amico