Erano latitanti da circa sei anni negli Emirati Arabi Uniti i due soggetti arrestati dalla Guardia di Finanza che nel 2018 erano sfuggiti ad un’operazione che aveva smantellato una frode compiuta da un’organizzazione operante nel settore energetico.
Attraverso un articolato meccanismo fraudolento i malfattori avevano incassato i corrispettivi per le forniture di gas ed energia elettrica erogati ad una nutrita clientela (privati, aziende ed Enti pubblici) omettendo il pagamento delle relative imposte per oltre 20 milioni di euro.
L’indagine è stata condotta dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Perugia, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica e con la collaborazione dell’Ufficio Antifrode delle Dogane del capoluogo umbro.
All’esito delle investigazioni, il giudice per le indagini preliminari aveva emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di nove indagati (due in carcere, cinque agli arresti domiciliari, due con obbligo di dimora), accusati, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti tributari, truffa aggravata ai danni dello Stato, bancarotta fraudolenta, riciclaggio ed autoriciclaggio.
Nel corso dell’esecuzione delle misure cautelari, i due indagati oggi tratti in arresto risultavano irreperibili sul territorio italiano, poiché trasferitisi in paesi del Medio Oriente. Così venivano emessi a loro carico dei mandati di cattura internazionali fino a che le Fiamme Gialle perugine – costantemente in contatto con gli organi di Cooperazione Internazionale del Ministero dell’Interno (Interpol) – hanno recentemente contribuito all’esecuzione delle ultime due misure cautelari. Entrambi i soggetti sono stati prelevati dalle autorità italiane all’aeroporto di Fiumicino, di rientro dagli Emirati. IN ALTO IL VIDEO