Tensioni Pd Caserta, Oliviero: “Picierno? Da mio atto politico iniziò sua ascesa”

di Redazione

Caserta – Un nuovo capitolo si apre nel conflitto interno al Partito Democratico in provincia di Caserta, con il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, che non esita a rispondere con forza alle accuse di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo. Quest’ultima, in seguito alla sua estromissione dal tesseramento del Pd, appoggiando quindi la scelta della senatrice Susanna Camusso, commissaria del Pd casertano, lo ha accusato di aver leso, negli anni, l’immagine del partito.

Una posizione che Oliviero non ha preso sottogamba, anzi, l’ha ribattuta con un racconto che affonda le radici nel 2012, mettendo in luce un episodio decisivo per la carriera di Picierno e il suo rapporto con il Pd casertano. “Pina Picierno, che ora mi imputa di aver leso l’immagine del Pd, – racconta Oliviero – me la ritrovai una mattina di dicembre alle ore 7.30 davanti a casa, a Sessa Aurunca. Poco prima, nel dicembre del 2012, in coda ad una riunione della segreteria nazionale per gli accordi di coalizione per le elezioni politiche del 2013, l’allora segretario Riccardo Nencini chiese a me e ai dirigenti del Psi di Caserta di votare Pina Picierno alle parlamentarie del Pd. Il giorno dopo lei venne da me con il suo papà e mi chiesero, entrambi, ufficialmente il sostegno per le imminenti parlamentarie del 2012. Con lealtà, con il mio gruppo politico, conferimmo a Picierno il 60% dei consensi che le furono utili per la sua seconda elezione da parlamentare”.

“Per la verità, quando mi fu fatto il nome di Pina Picierno – continua Oliviero – ricordo che risposi a Nencini: Riccardo perché dobbiamo entrare a gamba tesa nelle questioni interne di un altro partito? Mi rispose che era necessario perché Dario Franceschini gli aveva chiesto aiuto per le parlamentarie e, in particolare, per alcuni suoi rappresentanti territoriali che si trovavano in serie difficoltà elettorali. Il giorno successivo richiamai Riccardo, sollecitando, ancora una volta, la sicurezza della decisione. Mi rispose che era un’operazione necessaria per incrementare la presenza di candidati socialisti nelle liste del centro-sinistra. Nella circostanza, mi preannunciò la visita di Picierno che effettivamente, all’alba del giorno successivo, con il padre, con atteggiamento remissivo e sottolineando il valore dell’accordo romano mi chiese il sostegno. Così, il mio gruppo fu determinante per la sua elezione da parlamentare”.

Il presidente del Consiglio campano ritiene che “è diventata bravissima Picierno a tessere relazioni e rapporti e ad individuare, in ogni occasione, strategie e persone utili per le sue rielezioni. Giusto, però, sarebbe rispettare di più il territorio e le persone perché, da quel mio atto politicamente tormentato di oltre 13 anni fa, è iniziata la sua ascesa politica. E, quindi, ciò che le consente oggi di pontificare sulle condizioni del Partito Democratico in Terra di Lavoro, dimenticando che lo stesso negli ultimi 10 anni è stato commissariato per ben otto anni. Eppure, lei è una delle dirigenti nazionali del Pd e, quindi, presumibilmente coinvolta sul piano delle responsabilità rispetto al partito. Sono, però, sereno e riflessivo, forte del mio lavoro sul territorio, al punto che comprendo la sua stizza, la sua collera, dovuta stavolta anche al fatto che, nella sua provincia e nella sua regione, sia stata preceduta di gran lunga, in termini di preferenze, alle elezioni europee da altro candidato da me sostenuto e votato. Sulle vicende politiche elettorali ed amministrative di Sessa Aurunca che lei richiama, la invito con serietà ad un confronto pubblico”.

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