Aversa (Caserta) – Una mattinata speciale quella del 9 dicembre, da sette ragazzi down ad Aversa. Per Raffaele, Valentina, Domenico, Simone, Pina, Gaetano e Carmen si sono aperte le porte del laboratorio del “Pink House” dei fratelli Vitale, dove ogni giorno viene prodotto il famosissimo dolce aversano, la polacca. Accompagnati da Anna, Simona e Ilaria, tre operatrici-educatrici dell’Associazione Italiana Persone Down di Caserta, della quale fanno parte, i ragazzi sono stati accolti da Angelo Vitale.
Prima hanno gustato la polacca e, poi, dopo aver indossato cuffia e grembiulino, sono entrati nel laboratorio provando essi stessi a realizzare il famoso dolce aversano. Giovanni Borreca, responsabile della lavorazione del Pink House, ha spiegato ai ragazzi come si prepara, illustrando loro tutte le fasi della lavorazione, come si farcisce e come si chiude la polacca. I ragazzi entusiasti non si sono tirati indietro ed hanno farcito le polacche con crema e amarena. Per Angelo Vitale è stata “una mattinata significativa” anche per il Pink House. “Leggere negli occhi di questi ragazzi la gioia e la felicità per essersi sentiti protagonisti – ha detto – è importante anche per noi. Siamo anche disposti ad inserire qualcuno di questi ragazzi nel nostro staff, sono stati davvero bravi”.
L’operatrice Anna Guatieri, invece, ha affermato: “Con i ragazzi facciamo tante attività, tante uscite all’esterno. L’obiettivo è quello di renderli quanto più autonomi possibili, quindi i ragazzi escono, prendono i mezzi, pagano il loro biglietto, escono con gli amici, fanno attività di ogni tipo. Nell’associazione ci sono persone di tutte le fasce d’età, la più piccola ha 4 anni, la più grande 53. Oggi sono in sette e siamo qui al Pink House per conoscere la polacca. E’ un’attività che fa parte di un progetto che porta i ragazzi ogni lunedì a scoprire nuovi luoghi, nuovi prodotti, perché Caserta non è solo al Reggia. Oggi vogliono conoscere la polacca aversana che è famosissima e sono anche contenta che tutti abbiano potuto assaggiarla perché non tutti la conoscevano”. Alla fine la meritata foto di gruppo con gli operatori del Pink House, che i ragazzi custodiranno certamente tra i loro ricordi più cari.