Svolta nelle indagini sull’omicidio di Silvia Nowak, la 53enne tedesca trovata senza vita e semi-carbonizzata lo scorso 18 ottobre a Castellabate, nota località turistica in provincia di Salerno, in località Ogliastro Marina, dove la donna viveva da tempo. All’alba, i carabinieri della Compagnia di Agropoli hanno fermato il compagno della donna, Kai Dausel, con l’accusa di omicidio e distruzione di cadavere.
Il 62enne tedesco, il cui vero nome è Uwe Altman, secondo la Procura di Vallo della Lucania, avrebbe ucciso Silvia nel giorno della scomparsa, il 15 ottobre, nella pineta vicino alla loro villetta, colpendola con un oggetto contundente e infliggendole numerose ferite da taglio all’addome, per poi darle fuoco. Numerosi gli indizi a carico di Dausel. Il giorno dell’omicidio, le telecamere di sorveglianza mostrano Silvia uscire di casa alle 16 con una ciotola e un guinzaglio per cani. Dausel compare solo un’ora e mezza dopo, mentre chiede aiuto ad un vicino, dichiarando di non sapere dove si trovi la compagna. Questa versione contrasta con le analisi del Ris, che collocano l’aggressione nella pineta.
Inoltre, l’alibi fornito da Dausel, che sosteneva di aver dormito vicino a una roulotte, non ha trovato riscontro nelle immagini delle telecamere. Tra le prove raccolte, una traccia di sangue su un paletto della recinzione, che suggerisce un ingresso e un’uscita dalla proprietà da parte dell’aggressore.
Il movente del delitto potrebbe essere economico. Silvia era nota per la sua disponibilità finanziaria e nella sua abitazione sono stati trovati oltre 6mila euro in contanti. I rapporti con Dausel, erano tesi negli ultimi tempi. L’uomo ha un passato turbolento, con precedenti penali per danneggiamenti, furti, un’accusa di omicidio volontario nel 1999 e un caso di frode informatica nel 2014. Le indagini proseguono per chiarire ulteriormente la dinamica del delitto e le motivazioni che hanno spinto Dausel ad uccidere la compagna.