“Sono passate 24 ore e io non so ancora come è morto mio figlio. Nessuno me l’ha detto”. Non ha più lacrime Armando, il padre di Patrizio Spasiano, il ragazzo, appena 19 anni, abitava a Napoli la sua famiglia, nel quartiere Secondigliano.
Noemi, il suo grande amore, con lei tanti progetti. Il lavoro trovato da pochi mesi come tirocinante in una ditta di Villaricca specializzata nella produzione e manutenzione di impianti di refrigerazione. I suoi sogni svaniti in pochi attimi all’interno della Frigocaserta di Gricignano di Aversa dove, nel pomeriggio del 9 gennaio, è morto in seguito alla fuoriuscita di ammoniaca da un serbatoio, ucciso dalle isolazioni tossiche mentre effettuava un intervento tecnico. Tre suoi colleghi sono riusciti a salvarsi.
Il 19enne aveva abbandonato presto la scuola. Subito aveva iniziato a lavorare come rider. Poi, tramite il collocamento, aveva preso l’abilitazione patentino per fare il saldatore. “Nel rione Berlingieri – dice il papá Armando – era voluto bene da tutti, lo conoscevano tutti. La sua passione ultimamente era cambiata. Prima il motorino, poi era diventata la fidanzata, e il Napoli”.
“Giustizia per mio nipote, una persona per bene. Voleva vivere, amava la vita, amava gli amici, amava la famiglia e voleva vivere”, le parole dello zio.
Intanto, mentre proseguono le indagini dei carabinieri della Compagnia di Marcianise, coordinati dalla Procura di Napoli Nord, per far luce sull’ennesima tragedia sul lavoro (la seconda nel giro di dieci giorni nella stessa azienda; lo scorso 31 dicembre il 39enne Pompeo Mezzacapo rimase schiacciato da un muletto, ndr.), la Prefettura di Caserta, a fronte dei dati forniti dall’Arpac, ha dichiarato che non ci sono pericoli per la popolazione dopo la fuoriuscita di ammoniaca.