Camorra, processo al clan Iovine: condannate moglie e sorella di “‘O Ninno”, tra assolti il commercialista Grassi

di Redazione

Condannata dalla Corte di Appello di Napoli, a 4 anni e otto mesi di reclusione, Errichetta Avallone, 55 anni, moglie di Antonio Iovine, 60, noto come “’o Ninno”, ex capo dell’omonima fazione del del clan dei Casalesi, ora collaboratore di giustizia.

La decisione arriva al termine del processo sugli affiliati e i fiancheggiatori della fazione guidata proprio da Iovine. Tra le altre condanne spiccano quella a sei anni e sei mesi per Renato Grasso e quella a un anno per Anna Iovine, sorella del boss. Confermate, invece, le pene a tre anni per Armando Di Chiara e Giuseppe Di Chiara, mentre è stata sancita l’assoluzione per Marcellino Barracca, Alessandro Di Rosa e Massimiliano Grassi, accusati di riciclaggio del denaro di Iovine.

Gli arresti nel 2008 – Questo procedimento rappresenta il quarto capitolo di una lunga indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli che, nel maggio 2008, portò all’arresto di 53 presunti esponenti del clan, compresi numerosi familiari del boss. Iovine, all’epoca latitante, fu catturato solo due anni dopo, nel dicembre 2010. Già in primo grado, il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva inflitto oltre 20 condanne, ridotte a 17 nel 2019 dalla Corte di Appello, che aveva però disposto anche alcune assoluzioni e nove prescrizioni.

L’assoluzione di Grassi – Di particolare rilevanza è la vicenda personale di Massimiliano Grassi, difeso dagli avvocati Bernardo Diana e Luigi Iannettone. Commercialista arrestato nel 2008 con l’accusa di riciclare capitali illeciti per conto del clan, Grassi ha trascorso tre anni in carcere fino al 2011, pagando con la detenzione preventiva una condanna che nei primi due gradi di giudizio era stata confermata. Tuttavia, dopo 17 anni di battaglie legali, Grassi è stato assolto con formula piena dalla Corte di Appello di Napoli, che ha riconosciuto che “il fatto non sussiste”. La sua scelta di rinunciare alla prescrizione, convinto della propria innocenza, lo ha condotto a un riscatto pieno della propria onorabilità.

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