“Assalto” di turisti a Roccaraso, stop prenotazioni per domenica 2 febbraio: “solo” 60 bus dalla Campania

di Redazione

Dopo “l’assalto” di migliaia di turisti campani a Roccaraso domenica 26 gennaio, il Comune ha adottato provvedimenti per contenere l’afflusso e prevenire nuovi episodi di caos. La rinomata località sciistica abruzzese ha chiuso le prenotazioni sul sito istituzionale dell’ente e ha comunicato di aver accettato soltanto 60 prenotazioni di autobus provenienti dalla Campania per domenica 2 febbraio. Questo rappresenta una significativa riduzione rispetto al limite massimo inizialmente fissato a cento mezzi.

“Non c’è più possibilità di prenotarsi”, ha dichiarato il sindaco di Roccaraso, Francesco Di Donato, sottolineando come le restrizioni adottate potrebbero aver contribuito a limitare l’eccessivo afflusso di turisti. Anche il sindaco di Pretoro ha annunciato misure per evitare il congestionamento del traffico e delle aree di parcheggio nel Comprensorio. Nel prossimo fine settimana, o in quello successivo, verrà emanata un’ordinanza che obbligherà i pullman di turisti a recarsi in un’area dedicata a valle dopo aver fatto scendere i passeggeri.

L’obiettivo è evitare il caos che, nelle scorse settimane, aveva già penalizzato Passolanciano, dove gli operatori hanno registrato una drastica riduzione delle presenze turistiche a causa della chiusura della strada di accesso da Lettomanoppello da parte dell’Anas, provvedimento rivelatosi inutile poiché le previste nevicate non si sono verificate. Questa chiusura ha provocato numerose disdette nei ristoranti, negli alberghi e per le lezioni di sci.

Allarme ambientale: danni e inquinamento – Il caso di Roccaraso ha sollevato anche serie preoccupazioni sul fronte ambientale. La Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) ha lanciato un allarme, ricordando che il turismo rappresenta la quarta causa di inquinamento ambientale ed è responsabile del 5% delle emissioni globali di CO2. Alessandro Miani, presidente della Sima, ha evidenziato che l’over-tourism nelle zone di montagna causa erosione del suolo, aumenta il consumo di risorse naturali e incrementa l’emissione di sostanze inquinanti nell’aria. “Basti pensare alle migliaia di vetture private e pullman che si concentrano in un’area limitata come quella di Roccaraso, con il rilascio nell’atmosfera di enormi quantità di Pm2.5, Pm10, anidride carbonica, ossidi di azoto e altre sostanze tossico-nocive”, ha dichiarato Miani. Oltre all’inquinamento atmosferico, il turismo di massa ha lasciato dietro di sé tonnellate di rifiuti, dai mozziconi di sigarette alla plastica, contaminando gravemente l’ambiente e mettendo a rischio la fauna locale. “Al di là delle questioni di ordine pubblico, servono misure efficaci per tutelare le aree montane come quelle dell’Abruzzo, dove un terzo del territorio è costituito da parchi naturali, e per salvaguardare gli ecosistemi dai pericoli insiti nel turismo di massa”, ha concluso Miani.

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