Mondragone (Caserta) – L’Ambc – Associazione Mondragone Bene Comune interviene sulla vicenda della sentenza “Terra dei Fuochi” e sulla situazione finanziaria del Comune di Mondragone, che va verso il dissesto.
Riceviamo e pubblichiamo: «La Corte dei Diritti Umani d’Europa ha condannato l’Italia per la Terra dei Fuochi. Non possiamo non rivolgere innanzitutto un pensiero ad Antonio Marfella (che abbiamo seguito con attenzione e apprensione in tutti questi anni), a Padre Maurizio Patriciello, alle tante mamme che hanno lottato con indomito coraggio e alle tante vittime (tante anche a Mondragone) di un crimine per troppo tempo sminuito. A partire dagli scranni regionali più alti del Consiglio regionale, di qualche Commissione regionale o della Giunta regionale.
Si è in attesa della dichiarazione di dissesto da parte del Consiglio comunale. Una dichiarazione che i responsabili del dissesto, dopo aver cercato di sminuire la gravità del fallimento (attraverso una patetica disinformazione), tentano ora di ritardare la sua formalizzazione da parte dell’Organo consiliare. Ricordiamo che è la prima volta nella storia di Mondragone che il Comune fallisce. Zannini, Pacifico e Lavanga sono riusciti a fare ciò che nessuno era mai stato capace di fare nel passato. Questa bruttissima vicenda fa il paio con lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche del 1991 e con gli anni dello scandalo dei rifiuti del CE4 e dell’ECO4. E’ una “medaglia” che dobbiamo necessariamente appuntare sul petto (in fuori) dei tre e di tutti coloro che in questi oltre 7 anni e mezzo hanno alacremente collaborato con loro per sfasciare il bilancio della città. La decisione di dichiarare lo stato di dissesto finanziario non è più frutto di una scelta discrezionale ma rappresenta a questo punto una determinazione vincolata e ineludibile, che va presa immediatamente. E i consiglieri d’opposizione farebbero bene a protocollare una richiesta di convocazione del Consiglio comunale con all’ordine del giorno la delibera di dichiarazione del dissesto.
I pagamenti, le assunzioni e le proroghe da parte del Comune di Mondragone sembrano nel frattempo fioccare come non mai. I consiglieri comunali d’opposizione farebbero bene a chiedere mediante interrogazione/interpellanza i criteri alla base di tali ultimi pagamenti (si sta seguendo un ordine cronologico?) e a monitorare e a denunciare ciò che succede sul versante delle assunzioni comunali (proroghe), considerato che siamo in dissesto, pur se non ancora improvvidamente dichiarato.
Ci sembra utile per ora insistere però sulle responsabilità di chi ha determinato il dissesto, anche perché stiamo approntando l’esposto/denuncia alla Corte dei Conti. Ricordiamo che una volta accertate le responsabilità, anche in primo grado, scatta l’incapacità di poter ricoprire, per un periodo di 10 anni, incarichi di assessore, di revisore dei conti di enti locali e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni ed organismi pubblici e privati e per i sindaci l’incandidabilità per un periodo di 10 anni, alle cariche di sindaco, di presidente di provincia, di presidente di Giunta regionale, nonché di membro dei consigli comunali, dei consigli provinciali, delle assemblee e dei consigli regionali, del Parlamento e del Parlamento europeo. I responsabili non possono altresì ricoprire per un periodo di tempo di 10 anni la carica di assessore comunale, provinciale o regionale né alcuna carica in enti vigilati o partecipati da enti pubblici. E ciò al netto dell’eventuale sanzione pecuniaria.
Chiederemo alla Corte di verificare se la condotta complessivamente assunta nella vicenda risulta caratterizzata da dolo o colpa grave, che nella fattispecie consiste nel non aver adottato e attuato misure di contenimento della spesa o suoi correttivi per impedire il verificarsi del dissesto e se l’uso del potere sia stato esercitato in modo non conforme al dovere di diligente cura degli interessi dell’Ente, e, quindi, causativo di un pregiudizio diretto al patrimonio dell’Ente medesimo sotto il profilo della mancata azionabilità di misure di riequilibrio. Noi riteniamo che nulla sia stato fatto a fronte di scritture contabili che presentavano nel corso degli anni incontrovertibili condizioni di squilibrio e che chi ha amministrato in questi anni non abbia adottato quei presidi di “buon governo” (diligenza, perizia e cautela) per evitare il dissesto, specie in presenza di una serie di indicatori di instabilità e criticità finanziaria dell’Ente. Aspetti tutti noti. Sapevano e non hanno agito! A fronte di solleciti interventi non hanno attivato alcun riscontro. Solleciti che non sono stati oggetto di adeguata considerazione e che, a nostro avviso, evidenziano un’evidente responsabilità.
Di solleciti per ora ci limitiamo a segnalarne 3, tutti restati inascoltati: il parere negativo motivato dei Revisori dei conti del giugno 2018 sulla proposta di destinazione degli utili della FAR.COM. Spa, il parere dei Revisori dei conti sul rendiconto dell’anno successivo, a maggio del 2019, nel quale consigliavano vivamente di mettere in piedi quanto prima la procedura prevista dall’art. 243 bis del TUEL, ovvero la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale (politicamente già sollecitata dal 2017 dall’AMBC) e la relazione con la quale la Corte dei conti nel 2020 aprì un’indagine sui conti del Comune di Mondragone. Quindi, sapevano e non hanno agito! Non hanno posto in essere quanto necessario a scongiurare il dissesto (poi avvenuto) con azioni che potevano essere intraprese nel corso di più esercizi, a partire dal 2018».