Accuse di bancarotta e autoriciclaggio per alcuni imprenditori aversani operanti nel settore del commercio di ricambi per autoveicoli. Sono quelle contestate dalla Procura di Napoli Nord che stamani ha delegato i finanzieri del Gruppo di Aversa al sequestro di beni aziendali per oltre 1 milione di euro.
A carico degli indagati, in particolare, sono emersi indizi per i reati di bancarotta fraudolenta distrattiva. – per aver sottratto dal patrimonio dell’impresa autoveicoli, liquidità oltre al complesso dei beni aziendali – bancarotta da altre operazioni dolose e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte sui redditi e Iva. C’è, inoltre, l’ipotesi di autoriciclaggio, avendo gli imprenditori distratto l’intero asset aziendale reimmettendolo in una nuova società, tuttora operativa nello stesso settore, risultata “clone” dell’impresa in liquidazione giudiziale, a carico della quale è stata contestata la responsabilità amministrativa, in conseguenza del reato di autoriciclaggio commesso dalle figure apicali nell’interesse ed a vantaggio della stessa.
Si è, quindi, proceduto al sequestro preventivo del complesso dei beni aziendali, illecitamente distratto e reimpiegato nella società clone, delle somme sottratte dalle casse societarie, in misura pari a 190.047 euro, oltre al sequestro preventivo (funzionale alla confisca diretta e per equivalente) dell’ingiusto profitto tratto dall’illecita sottrazione dei cespiti dalla garanzia dei debiti erariali, per un importo pari a 1 milione e 14.849,62 euro.
L’indagine si innesta in un filone investigativo avviato dalla Procura, guidata dalla dottoressa Maria Antonietta Troncone, su episodi di bancarotta ad opera di imprenditori che hanno società con sede nel circondario aversano.