Lusciano (Caserta) – La prefettura di Caserta gli aveva negato la qualifica di agente di pubblica sicurezza perché destinatario, molti anni addietro, praticamente in gioventù, della misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio ma il Tar, con la sentenza numero 959 del 6 febbraio, gli dà ragione.
Si tratta di un vigile urbano che in giovane età era stato sottoposto alla misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio e per questo la Prefettura aveva ritenuto di non potergli attribuire la qualifica. Rivoltosi al Tar, difeso dall’avvocato amministrativista Fabrizio Perla, ha ottenuto l’annullamento dell’atto di diniego prefettizio, con un’interpretazione innovativa da parte dei giudici della norma laddove hanno ritenuto che l’essere stato sottoposto alla misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio non sia affatto preclusivo del riconoscimento della qualifica di agente di pubblica sicurezza una volta che gli effetti di tale misura siano cessati.
Secondo il Tar, infatti, innovando la giurisprudenza in materia, poiché per il foglio di via obbligatorio non è prevista la riabilitazione, a differenza delle altre misure di prevenzione dove è invece prevista, l’interpretazione su cui è basato il provvedimento prefettizio trasformerebbe la misura di prevenzione in una vera e propria sanzione “permanente” del tutto priva di coerenza sistematica e, anche, di ragionevole giustificazione, apparendo anche in contrasto con i principi di uguaglianza e ragionevolezza di cui alla Costituzione.
Pertanto, conclude, la preclusione all’ottenimento della qualifica di agente derivante dal fatto di “essere stato” sottoposto a misura di prevenzione si applichi, nel caso della misura di prevenzione del foglio di via obbligatorio, solo in costanza del divieto e non anche, come nel caso del vigile urbano, quando gli effetti della misura siano cessati, non potendosi trasformare la misura, come sostenuto dal ricorrente, in un impedimento permanente e ineliminabile.
