Aversa (Caserta) – “Economia e industria saranno punti cruciali per la forza e la credibilità del progetto di governo alternativo a quello della Destra, per questo il rilancio delle politiche industriali deve riguardare innanzitutto il Sud, partendo dal coordinamento della partecipazione pubblica attorno a grandi missioni strategiche”. È questa la sintesi della discussione sulle politiche industriali, uscita dall’evento conclusivo del ciclo sulle cinque priorità per l’Italia dal titolo “Non ci resta che piangere. Quali politiche industriali nel Sud?”, che si è tenuto lo scorso venerdì 21 febbraio nella sede del Pd di Aversa e racchiusa nelle parole del senatore Antonio Misiani, già viceministro all’economia e attuale responsabile nazionale Economia, Finanze, Imprese e Infrastrutture del partito.
“I primi due anni del governo Meloni – ha spiegato Misiani, che è anche commissario Pd Campania – sono stati molto deludenti, dal punto di vista economico e industriale e la legge di bilancio 2025 un disastro, particolarmente penalizzante per il Mezzogiorno e la Campania. L’evento è stato introdotto da una breve relazione del commissario Pd Aversa, Eugenio Marino, che ha esplicitato le basi della discussione spiegando come “il Sud Italia è strutturalmente la parte più fragile, meno sviluppata, economicamente debole e meno industrializzata del nostro Paese. Per accorciare le distanze con il Nord Italia non si può pensare – come spesso abbiamo sentito raccontare – che occorre puntare sul turismo e l’enogastronomia. Sono settori importanti e sicuramente da valorizzare, ma che non possono bastare. Per sviluppare un territorio ed evitarne lo spopolamento serve industrializzarlo. L’industria, al contrario del turismo o di altri settori, genera professionalità ad alta specializzazione, ricerca, innovazione, infrastrutture e un ampio e articolato indotto”.
“Il Mezzogiorno non è un deserto industriale, esiste un tessuto di imprese competitive in diversi settori strategici, dall’Agroindustria, al Navale, alla Cantieristica, all’Aerospazio, fino all’Automotive – ha spiegato nella sua relazione il direttore generale dello Svime, Luca Bianchi. Ma rischia di diventarlo se non si rimettono al centro politiche industriali in grado di accompagnare le imprese nella transizione verso un’economia sostenibile. La filiera dell’Automotive è il primo settore sul quale si giocherà la sfida europea nel cambiamento strutturale del sistema produttivo e il futuro industriale del Mezzogiorno”. È poi intervenuto il deputato nazionale della locale sezione del Pd, Stefano Graziano, che ha sottolineato come “la crisi dell’automotive sta mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro, e servono risposte immediate per tutelare i lavoratori e il settore”. Per questo motivo, ha aggiunto Graziano “il salario minimo non è più rinviabile: garantire una retribuzione dignitosa significa dare certezze a milioni di persone”.
Per la presidente del Consorzio Asi Caserta, Raffaela Pignetti, sono necessari “investimenti e formazione: una nuova visione strategica per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno che deve fondarsi su questi elementi. C’è bisogno – ha aggiunto Pignetti – di finanziamenti importanti per realizzare infrastrutture moderne ed efficienti e di puntare sulla formazione dei giovani, mirata, per accrescere le loro competenze in relazione alle maggiori vocazioni del nostro territorio”. Per l’ingegner Gianfranco Ferro, poi, serve il complesso di “Infrastrutture, formazione ed educazione, politiche fiscali favorevoli, ricerca e innovazione, stabilità politica e legale, accesso al credito per le Pmi: un ecosistema che determina il successo dello sviluppo dell’industria in un dato territorio. Considerarli collettivamente ed armonizzarli in una politica di Sviluppo Economico con strategie chiare a livello locale e nazionale, anche settoriali, è un’orchestrazione non semplice e certamente di lungo periodo”.
“Le politiche industriali – ha inoltre sottolineato Elena Caterino, del Pd Aversa e moderatrice della discussione – sono un elemento strutturale e di primaria importanza per l’Italia. Nel contesto geopolitico globale è necessario dotare il Paese di una linea chiara su queste politiche, di una visione di sviluppo per la crescita e l’industria, per creare e proteggere il lavoro. Oggi, purtroppo, osserviamo un’azione di Governo che manca di una vera visione, manca di un’idea di quello che debba essere il futuro della nostra industria”.
“L’evento di venerdì – commentano i Dem aversani – ha confermato, in linea con i precedenti, come il locale Pd Aversa intende continuare a essere l’unico luogo politico serio e strutturato, nel quale si discute dell’Italia e della città in modo aperto e alla presenza di iscritti, militanti, cittadini, consiglieri comunali, parti sociali, soggetti economici, studiosi, imprenditori, categorie sociali, società civile e alleati del centrosinistra. E sulla base di questo il Pd intende essere sempre di più un luogo, un soggetto e uno strumento a disposizione della città e del bene comune, aperto al contributo di chiunque voglia avvicinarsi e impegnarsi per il futuro di Aversa. Nel futuro prossimo e anche sulla base dei suggerimenti arrivati in questo primo ciclo, il Pd avvierà iniziative di discussione su temi di carattere più propriamente cittadino”.