Teverola (Caserta) – La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Napoli Nord contro la decisione del Tribunale del Riesame di Napoli, che aveva annullato parte delle contestazioni alla base delle misure cautelari nei confronti di alcuni esponenti politici e tecnici coinvolti nell’inchiesta sul presunto sistema di corruzione al Comune di Teverola tra il 2019 e il 2021, con al centro la cosiddetta “lottizzazione Schiavone”, che lo scorso 12 novembre ha portato all’esecuzione di otto misure nei confronti di professionisti, imprenditori e amministratori pubblici. Tra gli indagati figurano gli ex sindaci Tommaso Barbato e Biagio Lusini, l’ex assessore Pasquale De Floris e il tecnico Gennaro Pitocchi.
La vicenda giudiziaria, come riporta oggi “Il Mattino”, ha subito una svolta con il pronunciamento della Cassazione, che ha avallato la linea difensiva presentata dagli avvocati Alessandro Caputo e Luigi Iannettone per De Floris e Barbato, Giuseppe Stellato per Lusini e Maurizio Abate per Pitocchi. La Procura generale ha accolto le argomentazioni della difesa, decretando l’inammissibilità del ricorso, le cui motivazioni ufficiali verranno depositate nei prossimi giorni.
L’esito del processo ha consolidato il quadro delineato dal Riesame: attualmente, Lusini resta agli arresti domiciliari, mentre Barbato e Pitocchi sono soggetti al solo obbligo di firma dopo la revoca della misura cautelare della quale, in una fase precedente, aveva beneficiato anche De Floris, ora in stato di libertà. Nel caso dell’ex assessore Pasquale Buonpane, difeso dall’avvocato Mario Griffo, la Procura ha scelto di non procedere con il ricorso, confermando così l’annullamento del divieto di dimora stabilito dal Riesame.
Uno degli aspetti cruciali della decisione riguarda la dichiarazione di inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche provenienti da un’indagine della Direzione distrettuale antimafia, poi confluite nel procedimento condotto dalla Procura di Napoli Nord. Questo elemento ha contribuito alla decadenza di diverse accuse, tra cui quella relativa alla presunta consegna di 15mila euro da parte di Lusini a Barbato e Buonpane. Inoltre, sono state annullate le contestazioni sulla nomina di Alessandro Pisani come responsabile dell’area tecnica comunale, figura che secondo gli inquirenti faceva parte del presunto sistema corruttivo.