Giulia è stata cambiata prima di arrivare, morente, in pronto soccorso. Sono gli ultimi dettagli che trapelano dall’indagine sul decesso della piccola di nove mesi, avvenuta nella notte tra il 15 ed il 16 febbraio scorsi, a seguito dell’aggressione – secondo il racconto reso agli inquirenti dal padre Vincenzo Loffredo – dal pitbull di famiglia mentre dormiva sul lettone nella sua casa ad Acerra, nel Napoletano. Come rivela il Tgr Campania, il pigiamino, sporco di sangue, è stato trovato dagli inquirenti in un sacchetto dell’immondizia, trovato prima che finisse in discarica. Quello che Giulia aveva quando è arrivata alla clinica “Villa dei Fiori”, distante circa trecento metri dall’appartamento del rione Ice Snei, era pulito.
Intanto, si attendono i risultati dell’esame autoptico sul corpo della piccola: ancora controversa la questione della rottura dell’osso del collo dato che sembra che la bimba sia arrivata viva. Altri particolari arriveranno dalla perizia veterinaria sui due cani tenuti in famiglia, il pitbull “Tyson”, finora considerato il “killer” della bambina, e un meticcio, e dalla relazione della scientifica nell’appartamento, pulito prima del secondo sopralluogo. Qualcuno della famiglia, infatti, prima che fossero messi i sigilli, avrebbe ripulito l’abitazione per cancellare i segni di quel massacro, ritenendoli troppo dolorosi. Ma così facendo avrebbe anche rimosso o alterato eventuali tracce e prove. Su questa versione Loffredo ha chiesto di essere ascoltato dagli inquirenti per fugare eventuali dubbi sul proprio coinvolgimento nell’inquinamento della scena. Sarebbe, inoltre, incongruenti i contatti del cellulare del padre di Giulia, che ha chiamato qualcuno dell’accaduto prima della mezzanotte ma a “Villa dei Fiori” arriverà dopo quaranta minuti.
Il 25enne, che lavora come barista in una stazione di servizio, è finora l’unico indagato per l’ipotesi di omicidio colposo nell’inchiesta dal pm Martina Salvati della Procura di Nola. Loffredo, risultato positivo all’hashish, sostiene di aver trovato Giulia a terra accanto al letto dove anche lui si era addormentato, in una pozza di sangue, non accorgendosi che Tyson, un cane di circa 25 chili, avesse afferrato la bimba per la testa per poi ucciderla sul pavimento. A quel punto, avrebbe preso la figlia per portarla in ospedale. Durante il tragitto avrebbe chiamato in pronto soccorso per assicurarsi di raggiungere un ospedale aperto. Il cellulare servirà anche a capire eventuali spostamenti dell’uomo e verificare se abbia utilizzato, invece, il telefono anche in quell’ora in cui sostiene di essersi addormentato senza accorgersi di quanto accadeva alla piccola.