Casal di Principe, “Fare memoria di Don Diana”: il vescovo Spinillo dialoga con gli studenti

di Redazione

Casal di Principe (Caserta) – Il vescovo della Diocesi di Aversa, Angelo Spinillo, ha incontrato i rappresentanti degli studenti dell’istituto comprensivo “Don Diana” di Casal di Principe, aprendo il tempo del “fare memoria” di don Peppe Diana, che avrà il suo momento culminante nella celebrazione del 19 marzo, alle 7.30 del mattino.

Monsignor Spinillo aveva personalmente richiesto l’incontro alla dirigente Carla Cantelli, che, con gioia, aveva aderito alla proposta, accogliendolo con parole di gratitudine e assicurando la piena collaborazione dell’Istituto da lei diretto, perché la memoria di don Peppe Diana sia concretamente e utilmente rinnovata a beneficio dell’intera comunità territoriale negli anni a venire. I piccoli della primaria hanno chiesto al vescovo di parlare loro di “don Peppino”, cui la loro scuola è intitolata, come persona e come sacerdote. I rappresentanti degli studenti della secondaria, gli hanno, invece, rivolto domande stimolanti e profonde, rifacendosi alla lettera ai fedeli del Natale 1991 “Per amore del mio popolo, non tacerò”, scritta da don Peppe con gli altri sacerdoti del territorio, e alla lettera pastorale “Per amore…sentinelle e profeti”, elaborata da Spinillo nel 2019, a 25 anni dall’assassinio di don Peppe.

Il vescovo ha presentato ai ragazzi la figura del giovane sacerdote come animato da una viva, inquieta ricerca di fede, contemporaneamente proteso alla ricerca delle vie migliori per il bene della comunità. E ha espresso apprezzamento per la via intrapresa nella scuola in cui le classi s’impegnano, con responsabilità diretta degli studenti, a “essere comunità”, il che significa, nelle parole del vescovo, “essere attenti gli uni agli altri, guardare al bene delle persone, innanzitutto alla loro vita. E questa è la via che davvero don Peppe avrebbe desiderato per tutti”. Le domande poste al vescovo lo hanno portato a sottolineare punti di grande rilevanza del messaggio riconducibile alla testimonianza resa da don Peppe: che i cristiani devono mirare a essere “segno di contraddizione” nelle vicende del mondo; che “l’amore è incontro vero con la vita”; che solo “la verità ci fa liberi”.

Infine, come domanda “scomoda”, i ragazzi hanno chiesto se, dopo oltre 30 anni, possa ancora essere utile ricordare don Peppe Diana. Il vescovo ha risposto che il sacrificio di don Peppe è e resterà sempre “una chiamata a superare la rassegnazione alla prepotenza e all’illegalità, un incoraggiamento a sviluppare un’unità d’azione orientata al bene comune”. Nell’ora o poco più, trascorsa con monsignor Spinillo, gli studenti si sono riproposti come possibili protagonisti di una grande storia di rigenerazione del territorio, ancora in gran parte da scrivere.

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