AVERSA. E’ l’era dell’immagine. E’ l’era dell’emulazione. E’ l’era dell’eccezione che diventa regola. Ed è l’era di Internet. La rete che annulla spazi e tempi, che tutto collega ma che spesso scollega dalla realtà.
Eppure è realtà il fatto che gli alunni di una classe del liceo Scientifico Fermi di Aversa giocano a “Bottiglia bollente” in aula mentre la professoressa spiega la lezione. Ed è una realtà che uno degli alunni filma, con un telefonino, tutta la scena e invia il video su YouTube. Il sito, famoso per essere il più grande raccoglitore di video del mondo, ha lanciato una moda ed è diventato il centro di scambio di filmati di ogni genere. Tutti, per la semplicità d’uso e per la molteplicità dei contenuti, si collegano al portale per far parte del gioco, un gioco che ha il suo principio e la sua fine nella voglia smodata di apparire. Non più il senso del racconto, in quanto condivisione di un vissuto da comunicare, ma la comunicazione nuda e cruda di un atto, di un gesto, di un episodio. Un episodio che nel caso specifico non ha nulla di sgradevole. Ragazzi che si distraggono in classe e che passano il tempo a lanciarsi una bottiglia d’acqua fino a quando uno di loro non la fa cascare e paga il pegno. Di giochi in classe, con la prof che non si accorge di nulla, chi non ne ha fatti. L’unica differenza è il trasmettere le immagini al mondo intero. Ma anche questo è il progresso. Il pericolo però rimane ed è quello di non vedere più il limite ed osare, sfondando quel muro invisibile che separa la trasgressione dalla violenza. Così come è successo. Di episodi, di recente, ne abbiamo visti nei Tg: filmati di alunni-registi che riprendono atti di bullismo nei confronti di compagni disabili, “mano morte” su una professoressa compiacente, prestazioni sessuali tra minori.
dal Corriere di Caserta, 20.05.07 (di Luisa Conte)