Softlab, non si ferma la protesta dei 133 lavoratori del sito casertano

di Redazione

Non conosce tregua la mobilitazione dei 133 lavoratori della Softlab di Maddaloni (Caserta), protagonisti di una delle vertenze industriali più lunghe e complesse della provincia, nata all’indomani della dismissione della Jabil. Tutti i Softlab, infatti, sono ex Jabil fuoriusciti qualche anno fa dagli organici della multinazionale Usa per ragioni di scarso livello produttivo del sito di Marcianise.

Una battaglia che si trascina da oltre sette anni e che, oggi, ha vissuto un nuovo capitolo con l’ennesima manifestazione di piazza. Questa mattina, per la quinta volta solo ad aprile, gli operai sono scesi in strada. Dopo i presidi organizzati davanti alla Regione Campania, all’Inps, alla Prefettura e il clamoroso blocco dell’autostrada davanti alla sede dell’Unione Industriali di Caserta, i lavoratori chiedono a gran voce una risposta concreta: la riapertura urgente del tavolo di crisi presso il Mimit, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e un impegno reale da parte delle istituzioni.

A denunciare la gravità della situazione sono i segretari provinciali dei metalmeccanici di Caserta, Francesco Percuoco (Fiom), Ciro Pistone (Uilm) e Giuseppe Scala (Fim), che ribadiscono: “I lavoratori chiedono semplicemente di riappropriarsi della dignità che è stata loro sottratta da imprenditori senza scrupoli. Ora servono risposte rapide e concrete: le istituzioni non possono lasciare queste famiglie nell’incertezza, soprattutto considerando che a dicembre scadrà la cassa integrazione e, senza ulteriori tutele, resterà soltanto la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Sarebbe l’ennesimo tragico epilogo per un’esperienza industriale che, invece, avrebbe ancora tanto da dare a questo territorio”.

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