La scomparsa dell’ereditiera Ana Maria Henao: morto in carcere l’ex marito

di Redazione

È stato trovato morto nella sua cella del Centro federale di detenzione di Miami David Knezevich, 37 anni, l’uomo d’affari americano di origine serba accusato di aver rapito e ucciso l’ex moglie Ana Maria Henao, ereditiera statunitense di origini colombiane. La notizia è stata resa pubblica dal suo avvocato difensore, Jayne Weintraub, che ha chiesto chiarezza sulle circostanze della morte, anche se le prime ricostruzioni sembrano suggerire il suicidio.

Knezevich era detenuto da maggio 2024, arrestato all’aeroporto di Miami dopo l’arrivo da Belgrado, e in attesa di giudizio per sequestro di persona, omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Secondo quanto confermato dal Federal Bureau of Prisons, l’uomo è stato trovato privo di sensi nella sua cella: inutili i tentativi di rianimarlo, i soccorsi hanno potuto solo constatarne il decesso.

Il mistero che circonda la scomparsa di Ana Maria Henao era iniziato il 2 febbraio 2024, a Madrid. La donna, 40 anni, si era trasferita nella capitale spagnola a dicembre 2023, dopo una lunga e dolorosa separazione da Knezevich, con cui aveva condiviso un matrimonio di tredici anni e una florida attività immobiliare da milioni di dollari. Da quel giorno, di lei si sono perse completamente le tracce. Gli investigatori americani, sulla base delle indicazioni fornite proprio da Knezevich e corroborate da alcune testimonianze, avevano concentrato le ricerche tra i boschi del Vicentino, precisamente a Cogollo del Cengio, lungo la “strada del Costo”. Una zona impervia, attraversata dall’ex marito durante un viaggio sospetto verso la Serbia, poco dopo la scomparsa di Ana Maria. Nonostante mesi di perlustrazioni accurate, tra cui il ritrovamento di alcune ossa – poi rivelatesi di origine animale – nel fiume Astico, nessun indizio concreto sul destino della donna è mai emerso.

Il quadro tracciato dagli investigatori tratteggia una trama degna di un thriller internazionale, che ha coinvolto Stati Uniti, Spagna, Serbia e Italia. Secondo le accuse formalizzate nel novembre 2024 da un tribunale della Florida, Knezevich avrebbe agito con “intenzionalità, deliberazione e premeditazione”. Il 29 gennaio 2024 Knezevich aveva noleggiato un’auto a Belgrado, rifiutando espressamente l’installazione del Gps. Tre giorni dopo era già a Madrid, dove, la notte prima della sparizione di Ana Maria, avrebbe rubato una targa da un veicolo parcheggiato per sostituirla a quella della macchina a noleggio, mossa interpretata dagli inquirenti come un tentativo di eludere i controlli.

Le telecamere di sorveglianza situate di fronte all’appartamento madrileno della donna ripresero, proprio il 2 febbraio, un uomo travisato da un casco da moto spruzzare spray nero sugli obiettivi, disabilitando la videosorveglianza. Una testimone riferì di aver visto lo stesso individuo entrare nell’appartamento con una valigia e uscirne appena nove minuti dopo. Gli inquirenti ritengono che in quella valigia potesse trovarsi il corpo della donna, considerando la sua corporatura minuta: alta meno di un metro e mezzo e dal peso di circa 45 chili. Nel viaggio di ritorno verso Belgrado, Knezevich si era fermato a lungo a Cogollo del Cengio, motivo per cui l’area venne poi battuta palmo a palmo dall’Fbi e dalle forze dell’ordine italiane.

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