Indesit, Moretti: “Delocalizzazione uno smacco per Caserta e l’Italia”

di Redazione

 GRICIGNANO. L’intervento integrale del sindaco di Gricignano Andrea Moretti che venerdì mattina ha presenziato al Consiglio comunale congiunto, tenutosi al PalaIgloo di Carinaro, a sostegno dei lavoratori Indesit.

Il Consiglio comunale di Gricignano si associa al grido di dolore della popolazione, per l’ennesimo atto unilaterale di un’azienda, l’Indesit, che incurante del grave danno che sta arrecando al nostro territorio, ha deciso di delocalizzare una parte della propria produzione a favore di paesi che offrono migliori opportunità in termini di profitto.

Sono qui come portavoce dell’ amministrazione di Gricignano, a ribadire con forza che la nostra comunità non è disposta a subire un atto di prevaricazione immotivato e pretestuoso da parte della proprietà di Indesit, poichè i bilanci dell’ azienda di Teverola non sono in perdita. Non possiamo assistere impotenti al fallimento di un progetto industriale rinvigorito con il “Piano Italia”, appena tre anni fa, nel 2010. Non possiamo assistere alla desertificazione della nostra zona industriale, dopo lo sfruttamento nel corso degli anni, delle nostre terre e delle nostre maestranze che, ci tengo a sottolinearlo, per professionalità, impegno e capacità produttive non sono seconde a nessuno.

Ciò che sta succedendo in questi giorni, mi sembra un film già visto. Altre aziende, come l’ Olivetti qualche anno fa, hanno fatto la storia industriale della nostra zona per poi chiudere i battenti. Non vogliamo che questo accada di nuovo anche con l’Indesit. Non è in gioco solo la sopravvivenza del piano industriale di Aversa Nord, ma è in pericolo la stessa coesione sociale delle nostre comunità, già fortemente impoverite dalla crisi dell’edilizia che per anni ha alimentato le economie dei nostri territori. In momenti come questo, è di fondamentale importanza la compattezza delle istituzioni locali, regionali e nazionali.

Gricignano, insieme a Carinaro e Teverola, ha contribuito, con i propri terreni, alla realizzazione del distretto industriale di Aversa Nord, e vi assicuro che con responsabilità faremo sentire la nostra voce e daremo il nostro contributo per questa giusta causa.

Con la scomparsa di questa azienda, sarà in pericolo lo stesso indotto imprenditoriale e commerciale ad essa collegata e rimarranno solo le fabbriche per il trattamento rifiuti, decretando il fallimento produttivo del distretto industriale Aversa Nord.

Tutto questo non possiamo e non vogliamo consentirlo. Voglio concludere il mio intervento con due messaggi, uno rivolto alla proprietà di Indesit e un altro rivolto alla classe politica nazionale. Delocalizzare in paesi come la Polonia e la Turchia, economie in espansione ma che non hanno ancora raggiunto standard tecnologici e qualità di vita come l Italia, rappresenta uno smacco non solo per Terra di Lavoro, ma per l’intero nostro Paese.

Questa decisione, non rappresenta un nuovo piano industriale, ma serve solo a mascherare biechi interessi di parte che, ad ogni costo, inseguono profitti nuovi e più vantaggiosi, forieri di moderne forme di sfruttamento. Fino a quando non si investirà realmente nell’ alta tecnologia, nell’ innovazione di un’azienda e sul capitale umano, rappresentato dai suoi stessi lavoratori, includendo le proprie maestranze in un progetto comune e condiviso nel tempo, senza considerarle un peso da cui ci si debba privare, per ammortizzare i costi di produzione e illudendosi di incrementare gli utili, saremo sempre qui a parlare di piani industriali di riassetto e non di grandi sfide industriali che l’Italia intera richiede sul mercato globale.

Cara famiglia Merloni, la crescita industriale di una grande azienda consiste nell’ aumentare la propria competitività, investendo in produzioni ad alto contenuto tecnologico e valorizzando il proprio capitale umano, rappresentato da quegli stessi lavoratori che ritenete in esubero, privandovene da un momento all’ altro, per inseguire un temporaneo profitto, lucrando sul costo della mano d’ opera in Polonia e in Turchia. Cosa farete, quando anche in questi paesi si raggiungeranno livelli qualitativi di vita tali, da non consentire un costo del lavoro così basso e conveniente? Andrete via anche da lì e delocalizzerete ancora?

Questo non è il comportamento di un imprenditore lungimirante, ma di un nibbio rapace che, di volta in volta, consuma le risorse dei territori, per poi spostarsi altrove. Ridimensionare l’ Indesit in Italia, rappresenta una decrescita aziendale, basata sulla produzione low-cost in altri paesi. Non si vuol credere nella capacità produttiva del sistema-Italia ma non ci si affranca dal suo rigoglioso, seppur in crisi, mercato interno. Un altro messaggio va alla classe politica nazionale.

Le famiglie, travolte da questa tragedia sociale, non possono permettersi di aspettare: si faccia presto e si risolva questa vertenza in tempi celeri, raggiungendo un compromesso vantaggioso per tutte le parti, senza rimanere vittima di veti incrociati. La politica nazionale che troppo spesso, ultimamente, non ha dato buoni esempi, recuperi la sua credibilità e la sua capacità di dialogo, risolvendo questa spinosa questione industriale e sociale.

E aggiungo ancora: si facciano le riforme strutturali che un grande paese, come l’ Italia, aspetta da troppo tempo! Mi riferisco a riforme sul costo del lavoro, sul cuneo fiscale e contributivo, sul costo dell’ energia, dei servizi e delle infrastrutture. Questi argomenti, se non affrontati e risolti in modo concreto e rapido, senza ideologie di parte, ma salvaguardando l’impresa italiana e i suoi livelli occupazionali, saranno un ulteriore motivo di delegittimazione delle nostre classi dirigenti nazionali e del sistema-Italia, costituendo un alibi per imprenditori senza scrupoli, intenzionati a rincorrere logiche di profitto delocalizzando in altri paesi. Concludo, infine, con un messaggio ai lavoratori e alle loro famiglie.

Noi sindaci difenderemo con le unghie e con i denti i vostri posti di lavoro. Siamo e saremo sempre al vostro fianco anche se saranno necessarie azioni dimostrative nei confronti del governo nazionale e della classe imprenditoriale, come le nostre stesse dimissioni in massa, per scuotere le coscienze e far sì che la questione Indesit venga risolta favorevolmente in tempi rapidi. Tutti uniti possiamo farcela.

Aseguirela playlist video sulla vertenza Indesite i consigli di visualizzazione

Indesit, la protesta degli operai – Playlist Video

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