Un filmato documenta l”aggressione dell”ispettore Raciti

di Antonio Taglialatela

Raciti trasportato verso l'ambulanzaCATANIA. Al vaglio degli investigatori un filmato in cui Raciti viene colpito a morte da un giovane ultrà con un lavabo dei bagni dello stadio.Tra i sospettati uno dei minorenni fermati ieri sera.

Un filmato inchioderebbe l’assassino dell’ispettore Raciti. La polizia sta esaminando un filmato di una telecamera collocata all’esterno dello stadio “Massimino” dove venerdì sera si sono verificati gli scontri tra ultras del Catania e poliziotti. Le immagini riguardano il posto in cui Raciti è stato colpito a morte da un “corpo contundente”, così come confermato dall’autopsia. Nonostante il filmato sia in parte offuscato dall’alone dei fumogeni si intravede, in un fotogramma, un ultrà catanese che colpirebbe Raciti con un lavabo divelto dai bagni della curva nord dello stadio. Il volto del tifoso è parzialmente coperto ma sarebbe “compatibile” con uno degli ultimi nove fermati dalla squadra mobile in un quartiere alla periferia di Catania. Si l'auto di Raciti, foto Ansatratterebbe di un minorenne, tra l’altro già noto alle forze dell’ordine, che apparterrebbe ai gruppi del tifo violento poiché a un tatuaggio con la scritta “Acab”, acronimo inglese “All cops area bastards” (“Tutti gli sbirri sono bastardi”), che fa parte del linguaggio ultras. Acronimo con cui ignoti hanno firmato le scritte contro Raciti e la polizia apparse fuori la redazione di un quotidiano di Livorno all’indomani degli scontri. Secondo alcune notizie, sembra che il minorenne (di 17 anni), visionando quel fotogramma durante l’interrogatorio, abbia detto alla Polizia: “Ma quello sono io”. A quel punto, si sperava in una confessione, ma non è stato così, anche se gli investigatori sono convinti che proprio tra gli ultimi quattro minorenni fermati ci sarebbe l’assassino di Raciti. Si attendono, pertanto, sviluppi.

Il numero delle persone fermate è salito a 38, tutti indagati per resistenza aggravata continuata. Sono stati identificati attraverso la visione di filmati e foto dei disordini.

Sfumata l’ipotesi sulla validità di una testimonianza apparsa su un blog dei tifosi catanesi da parte di un visitatore anonimo. “So chi ha ucciso Raciti”, aveva scritto. La polizia postale ha accertato che i messaggi non sono partiti dalla Sicilia e che non esistono collegamenti diretti con la morte dell’ispettore. Tuttavia, gli inquirenti stanno comunque risalendo agli autori attraverso l’indirizzo IP del computer da cui sono stati scritti i commenti.

Gli scontri del 2 febbraioIntanto, grazie al rapporto di un poliziotto che era accanto a Raciti nel momento degli scontri, la Polizia ha ricostruito nei dettagli i fatti di venerdì: Filippo stava scortando con altri colleghi la colonna di tifosi del Palermo, circa 800 a bordo di una decina di pullman, e quando i tifosi rosanero sono stati fatti entrare allo stadio è cominciata la prima sassaiola. C’erano anche dei carabinieri che hanno lanciato dei lacrimogeni, nel frattempo dallo stadio erano usciti altri tifosi catanesi armati di spranghe e bastoni, col volto mascherato, e nel tentativo di farli rientrare Raciti ed altri colleghi si sono trovati tra due fuochi con i tifosi catanesi che attaccavano dallo stadio e dalla strada”. Durante questa fase, quando Raciti è entrato all’interno dello stadio, da dietro una porta sono sbucati alcuni tifosi che lo hanno aggredito violentemente. “L’ispettore – racconta il poliziotto – si è accasciato e mentre lo stavamo soccorrendo hanno continuato a lanciarci bombe carta esplose vicinissime”.

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