Il Governo rischia la caduta. Senato boccia la politica estera

di Antonio Taglialatela

Romano ProdiROMA. Con 158 “si”, 136 “no” e 24 astenuti, il Governo oggi è stato battuto al Senato sulle linee guida della politica estera, in primis la questione Afghanistan, proposte dal ministro degli esteri Massimo D’Alema.

Massimo D'AlemaOccorreva una maggioranza di 160 voti: stando ai conteggi, decisive sarebbero state le astensioni dei senatori a vita Giulio Andreotti e Sergio Pininfarina, a cui vanno sommate le astensioni dell’Udc e di Marco Follini. Un insuccesso, quasi annunciato, che ha indotto il presidente del Consiglio Romano Prodi ad indire d’urgenza un vertice di maggioranza in corso in queste ore a Palazzo Chigi, a cui stanno partecipando, assieme al premier, i ministri D’Alema, Arturo Parisi (Difesa), Giuseppe Fioroni (Istruzione), il capogruppo dell’Ulivo alla Camera Dario Franceschini e il segretario dei Ds Piero Fassino. Verso le 19, Prodi poi incontrerà il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale, dopo l’esito del voto al Senato, ha interrotto una visita a Bologna. Intanto, da parte dell’opposizione i commenti si sprecano. “Ora vediamo se il ministro degli Esteri D’Alema è un uomo d’onore e se la politica ha ancora una dignità”, ha detto il presidente di An Gianfranco Fini in virtù delle dichiarazioni con cui D’Alema ha affermato che in caso di “non l'Aula del Senatoautosufficienza della maggioranza” il Governo sarebbe andato a casa. “ll governo Prodi è caduto in quest’aula così come gli avevamo promesso mesi or sono”, ha detto durante la seduta il capogruppo di Forza Italia al Senato Renato Schifani. “Prodi vada immediatamente al Quirinale e rassegni le dimissioni”, gli ha fatto eco il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. Tra la maggioranza regna invece incertezza sulle proprie sorti. “Bisogna valutare se è una crisi politica o una semplice crisi numerica”, afferma il ministro della Giustizia Clemente Mastella. “Chi ha fatto mancare i numeri si è assunto una responsabilità gravissima nei confronti del Paese”, commenta il ministro Rosy Bindi che aggiunge: “Oggi non c’erano davvero le condizioni per non votare”.

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