ROMA. Il Ministero degli Esteri rende noto che Daniele Mastrogiacomo “è vivo”. Ad una settimana dalla cattura in Afghanistan dell’inviato di Repubblica,
In queste ore si sta verificando l’attendibilità delle notizie finora trapelate su Mastrogiacomo e si cerca di allacciare contatti con i sequestratori, o comunque persone vicino agli stessi, per arrivare alla liberazione del giornalista entro il minor tempo possibile. Dopo la cattura di Mastrogiacomo, avvenuta lunedì scorso, un portavoce dei talebani aveva riferito che avrebbero rilasciato il giornalista se questi avesse provato di non essere una “spia”. Così giustificavano la sua cattura, citando presunti “laser” usati per guidare le bombe intelligenti, che sarebbero stati trovati in alcune bottiglie di shampoo. Poi, dopo l’approvazione alla Camera del rifinanziamento della missione dei nostri soldati in Afghanistan, i talebani ci ripensavano e chiedevano, in cambio del rilascio di Mastrogiacomo, il ritiro delle nostre truppe e il rilascio di tre loro portavoce in carcere. Ieri, infine, un altro esponente talebano, il mullah Dadullah, ha lanciato un ultimatum: se entro sette giorni (a partire da ieri) non saranno soddisfatte le due richieste il giornalista sarà ucciso. Ma sull’attendibilità di queste rivendicazioni, il Ministero degli Esteri ha invitato tutti alla cautela, in particolare gli organi di stampa.
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