ROMA. La modalità di liberazione di Mastrogiacomo mette a rischio i rapporti tra Italia e Stati Uniti. Ieri, sia un anonimo funzionario americano sia un portavoce del Foreign Office, il Ministero degli Esteri britannico, hanno criticato l’operazione di rilascio del giornalista di Repubblica, in cambio di cinque prigionieri talebani.
Per loro ciò potrebbe far aumentare il rischio di nuovi rapimenti e comportare pericolo per le truppe Nato e per il popolo afgano. Nonostante la non ufficialità delle polemiche, il Ministero degli Esteri italiano, Massimo D’Alema, oggi avrà un colloquio telefonico con il segretario di Stato Usa, Condoleeza Rice, (con cui si è incontrato a Washington lo scorso 19 marzo) per chiarire la situazione. Secondo quanto dichiarato dal funzionario Usa, le concessioni ai talebani hanno colto di sorpresa gli Stati Uniti che non hanno mai approvato e nono approvano tali modalità di rilascio. I talebani rilasciati sarebbero Ustad Yaser, capo dell’ala culturale, Mofti Latifollah Hakimi, ex portavoce, Mansur Ahmad, fratello del capo dei sequestratori (il mullah Dadullah) e i due comandanti Abdol Ghaffar e Hamdullah. Intanto, Daniele Mastrogiacomo dopo il rientro in Italia ha tenuto una conferenza stampa nella sede di Repubblica a Roma, sottolineando che l’operazione posta in essere per la sua liberazione non ha assolutamente violato la sovranità dell’Afghanistan e l’autonomia delle decisioni di politica estera del Paese.