ROMA. Mentre a Firenze si celebra il congresso dei Ds, i riflettori sono puntati anche su Roma, sugli studi di Cinecittà, che ospitano il congresso della Margherita, partito che assieme alla Quercia si fonderà nel Partito Democratico.
In platea, oltre ai presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini,un ricco parterre di ministri ed esponenti di maggioranza e opposizione: primo tra tutti il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.Ad aprire le danze è stato ieri il presidente del consiglio, Romano Prodi. “Oggi è un giorno importante, segna un passo in avanti in un processo lungo, lunghissimo. Un progetto per traghettare l’Italia nel nuovo secolo”, ha detto il premier. E sulla proposta, avanzata dal segretario Ds Fassino, dell’adesione del Pd al Partito Socialista Europeo, Prodi ha commentato: “Non ha senso chiedere quale sarà nella collocazione internazionale la distanza o la vicinanza dal Pse. Quello del Pd è un progetto originale e dovrà difendere in Europa gelosamente la sua originalità. Il Pd sarà un grande partito europeista”.
Subito dopo ha preso la parola il presidente della Margherita e vicepremier Francesco Rutelli: “Domenica decideremo se questo sarà l’ultimo, ma non sarà un congresso di addio. Un evento unico nella storia della democrazia italiana: due partiti che si uniscono. Il Partito Democratico è l’antidoto politico al malfunzionamento delle coalizioni. Un atto di creatività e responsabilità per ridare forza alla politica nel momento in cui manifesta forse maggiore debolezza. Noi ci uniamo perché, ben consapevoli della dignità, della forza, dei valori che derivano da tanta parte delle esperienze da cui originano i nostri partiti, siamo soprattutto consapevoli che dobbiamo rispondere a sfide nuove, dobbiamo organizzarci in modo migliore. Che è tempo di unire i democratici e i riformisti, i due maggiori partiti del centrosinistra italiano che hanno raccolto insieme circa 10 milioni di voti alle elezioni politiche dello scorso anno”. Sui dissidenti di entrambi i partiti: “Il Pd nascerà superando le parzialità delle forze che lo stanno costruendo e sbaglierebbero quelli della Margherita che pensassero di sfruttare ‘rendite di posizione’ o i Ds che puntassero a ‘riproporre disegni egemonici’”. Per quanto riguarda il commento più atteso, quello sull’ingresso nel Pse proposto da Fassino, Rutelli ha chiarito: “L’ingresso del Pd nel Pse è impossibile per la Margherita e sarebbe una riduzione delle opportunità, non una crescita, anche per il Partito Democratico”. Il vicepremier ha aggiunto: “Non ho risposto alle polemiche gratuite e non convincenti di alcuni dirigenti del socialismo europeo, che hanno sostenuto che in Europa ci sarebbe solo la destra e la sinistra. Non e’ vero e lo ha capito in Italia, da più di 10 anni chi ha animato il progetto dell’Ulivo, ossia che non vi sarebbe mai stata in Italia un’autosufficienza politica ed elettorale della sinistra e che solo attraverso l’incontro di culture diverse si sarebbero creati maggioranze di centrosinistra”. “Noi – ha proseguito Rutelli – non abbiamo chiesto, e non chiederemo mai alla sinistra democratica di rinunciare ai propri valori e al proprio legittimo orgoglio per le tante conquiste assicurate al popolo italiano. Se lo facessimo, faremmo un torto all’Italia e un danno a noi tutti. Solo con il dialogo tra i migliori riformismi e la fine di ogni proposito di egemonia in questo Paese si sono sprigionate nuove energie e si rende oggi possibile far nascere il Pd. Non molto diverso, senza che alcuni dirigenti e funzionari del Pse mostrino di accorgersene, è quanto sta avvenendo in Europa, come dimostra il costante decremento dei gruppi del Pse e del Ppe a Strasburgo e l’ascendente presenza dell’Eldr, oggi Adle”. Per questo, ha ribadito Rutelli, “l’ingresso nel Pse è impossibile per la Margherita. Ma noi vogliamo allearci con il Pse. Insieme al Pse vogliamo portare le forze europeiste, riformiste, innovatrici verso un nuovo orizzonte. Dopo questo congresso avremo due anni di tempo per costruire questo nuovo e più largo approdo”. “Sono certo – ha concluso – che la crescente collaborazione con i Democratici americani, con il Partito del Congresso indiano e con altre forze riformatrici che non aderiscono all’internazionale socialista rafforzerà i pilastri delle libertà e delle battaglie per un mondo sicuro, pacifico, giusto”.