ROMA. Torna d’attualità il conflitto di interessi. Dopo le dichiarazioni del premier Romano Prodi (“Quella legge va fatta, bisogna andare avanti”), il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, risponde: “E’ killeraggio politico contro di me”.
Il Cavaliere ha aggiunto: “Si tratta dell’ulteriore dimostrazione di volontà di eliminare il più pericoloso concorrente e cioè il leader dell’opposizione. Hanno tentato con la via giudiziaria e finora gli è andata male e adesso ci riprovano con questo provvedimento che impedisce a chiunque abbia un’impresa di dedicarsi alle cose della politica e dare il suo apporto al governo del Paese”. Quanto al principio del “blind trust” (separare completamente un soggetto dal proprio patrimonio, affidandolo a dei fiduciari, così da non amministrare direttamente la ricchezza, anche se il ddl in questione prevede l’affidamente ad autorità esterne) che il governo vuole applicare per la legge, Berlusconi manifesta completo dissenso: “E’ senza logica”. Ovviamente, lo scontro è allargato agli schieramenti di centrosinistra e centrodestra. Per Luciano Violante, presidente della commissione Affari costituzionali della Camera “sarebbe opportuno che Berlusconi prima di parlare si informasse sul testo”, mentre per il segretario dei Ds Piero Fassino quelle del leader forzista sono “parole fuori misura” poiché la maggioranza “vuole attuare una legge seria ed equilibrata e non contro qualcuno”. Provvedimento “blando”, invece, per il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto. Sul fronte opposto dalla Lega ad An e fino all’Udc (che tuttavia poco apprezza i toni berlusconiani) tutti attaccano il ddl della discordia e accusano Prodi e la sua maggioranza di voler partorire una legge necessariamente anti-Berlusconi. Per l’ex ministro Altero Matteoli, capogruppo di An al Senato “è crollato come fosse un castello di carte «il bon ton e la filosofia secondo cui in politica esistono avversari e non nemici”. “Basta alle leggi ad personam e alle leggi contra personam”, dice il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa, il quale, sulle parole di Berlusconi, puntualizza: “Killeraggio mi sembra una parola eccessiva”. “Non è una buona legge perché sul conflitto di interessi si può tutelare davvero il popolo non mettendo fuori concorso Berlusconi ma impedendo che chiunque possa utilizzare una carica elettiva per fini personali”, è invece il pensiero del leghista Roberto Calderoli. Il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, infine, attacca Fassino: “Invece di sostenere provvedimenti ingiusti che dividono il Paese e invece di rispondere con i soliti luoghi comuni secondo uno schema che si ripete ormai da troppe volte, l’onorevole Fassino farebbe bene a riflettere sui contenuti di un disegno di legge inaccettabile e sulle conseguenze politiche che da ciò deriveranno”.