La Francia ha il suo nuovo presidente. Nicolas Sarkozy, leader del partito Ump (Unione per un movimento popolare), ha vinto il ballottaggio con la candidata socialista Segolene Royal. Una vittoria preannunciata da tutti i sondaggi.
Una vittoria netta. Il 53,06% dei francesi lo ha scelto, mentre a Segolene è andato il 46,94% dei voti. Altissima l’affluenza alle urne: 84,83%. “Sarò il presidente di tutti i francesi”, sono state le prime parole del neopresidente. Appena ricevuta la conferma della vittoria, il pensiero di Sarkozy è andato a Segolene Royal e ai suoi sostenitori. “Rispettate madame Royal per i milioni di francesi che l’hanno votata”; a loro “voglio dire che al di là delle battaglie politiche, al di là delle divergenze di opinione, per me c’è una sola Francia”. Il nuovo presidente ha voluto sottolineare subito i punti chiave del suo programma politico. “La priorità va all’autorità, alla morale, al rispetto, all’orgoglio della Francia e della nazione. Faccio appello a tutti i francesi a unirsi a me per evitare il settarismo e l’intolleranza”. E si è rivolto agli africani “per decidere insieme una politica di immigrazione e definire una politica di sviluppo ambiziosa”. Sarkozy ha citato l’Unione europea, dicendo di
esser sempre stato europeista e si è rivolto “ai nostri amici americani”, ai quali ha chiesto di “non opporsi alla lotta contro il riscaldamento globale”. Infine ha promesso che la Francia sarà a fianco “degli oppressi del mondo”.Una vittoria prevedibile, quella di Sarkozy, così come prevedibili erano gli scontri che la sua elezione avrebbe causato. Parigi, Lione, Marsiglia, Tolosa, Nantes, tante le città e le piazze dove si sono riversate migliaia di persone per manifestare contro la vittoria del candidato dell’Ump. La rivolta però, a differenza di quanto ci si aspettava alla vigilia del voto, non è partita dalle periferie ma dal cuore della capitale, da Place de la Bastille. Auto bruciate, lacrimogeni, vetrine distrutte, cassonetti dati alle fiamme. Stesse tecniche da guerriglia urbana già viste durante la rivolta delle periferie dell’autunno del 2005 o lo scorso anno a margine delle manifestazioni studentesche contro il contratto sul primo impiego. Casseur, anarchici e giovani antisarkozy da un lato, polizia dall’altro. Nessun epilogo drammatico, ma innumerevoli incidenti e casi di intolleranza.A preannunciare gli scontri verificatisi la scorsa notte era stata tutta la sinistra, che ha sempre accusato Sarkozy di essere un leader di divisione, un pericolo per la Francia, un uomo capace di esacerbare le tensioni nei sobborghi poveri e multi-razziali alle periferie. Lui, che nell’autunno del 2005 fu protagonista della cosiddetta rivolta delle banlieues come ministro dell’Interno. Allora si scontrò apertamente con i giovani delle “cités”, i quartieri-dormitorio delle periferie, per lo più figli di immigrati, qualificando i giovani delinquenti col termine “feccia” e promettendo di “pulire con il karcher ”, la pompa degli spazzini, i quartieri a rischio.