MILANO. Arrestati per truffa due uomini dalla polizia di Milano. Si tratta di un napoletano di 59 anni (R.R.) e un casertano di 42 (A.V.). Ad essere truffati erano degli ignari sacerdoti.
I casi accertati sono due, ma si indaga su almeno altri 13 raggiri e furti, compiuti in tutta Italia dalla Sardegna al Veneto, alla Puglia. La truffa era complicata e ben congeniata, il risultato circa 30 mila euro scuciti ogni volta dalle tasche dei preti. Ai sacerdoti, tutti anziani, veniva fatto credere che sarebbe stato consegnato loro un lascito, a patto di dimostrare di essere possidenti. I religiosi prelevavano allora una forte somma che veniva in seguito trafugata dai malviventi. E così che, per entrambi, ieri sera sono scattate le manette. Questo lo “stile” adottato dai due per le loro truffe: il più anziano dei due, R. R., telefona a un sacerdote spacciandosi per medico dicendo di dover consegnare un lascito di cinquemila euro e alcuni oggetti religiosi alla parrocchia per rispettare la volontà di una sorella morta. Poi fissa un appuntamento in uno degli ospedali pubblici più conosciuti della zona e si presenta nell’atrio con tanto di camice. Così inizia una vera e propria sceneggiata napoletana: mentre i due parlano si avvicina il secondo complice che dice di essere uno svizzero e di dover rintracciare un medico per consegnargli circa 100 mila euro come segno di riconoscenza da parte del padre, salvato durante la Seconda guerra mondiale. Il finto dottore, che si fa chiamare De Santi o Enzani, si allontana per controllare sull’albo dei medici e poi torna e tutto contrito spiega che il dottore è morto, come pure la moglie, mentre il figlio lavora all’estero in un paese (spesso africano) con collegamenti difficili. A questo punto, A. V. offre di donare i soldi al medico e al sacerdote così pazienti. A condizione però che dimostrino di essere cattolici e possidenti, in modo da rispettare la volontà del padre. Poi finge di non sentirsi bene e si allontana dicendo di voler bere un po d’acqua. Allora il finto medico per convincere il parroco dell’occasione d’oro telefona a un notaio (sempre A.V., nascosto dietro l’angolo) che tranquillizza sull’operazione. I due accompagnano il sacerdote in un ufficio postale o in banca per prelevare la somma necessaria a dimostrare di essere possidente, ovvero circa 30 mila euro. Poi gli chiedono di scendere dall’auto per prendere una marca da bollo e scappano o sostituiscono i soldi con carta straccia.