SIVIGLIA. Il giocatore del Siviglia e della nazionale spagnola Antonio Puerta, ricoverato in condizioni molto gravi da sabato sera dopo avere subito un arresto cardio-respiratorio nella partita contro il Getafe, è morto ieri nell’ospedale Virgen del Rocio di Siviglia.
Di fronte a questa notizie è difficile qualsiasi commento, un ragazzo di ventitre anni muore in modo così improvviso e sconcertante, quali possono essere le riflessioni? Le parole? Il sivigliano, cresciuto nel club della sua città, dopo anni di lavoro si presentava questa anno come uno dei talenti più promettenti del futbol español. Il calciatore era pronto a dimostrare tutto il suo valore sportivo, per giocare quella che gli esperti chiamano la stagione della consacrazione.
L’intera squadra appena ricevuta la notizia è rientrata da Atene, dove doveva giocare contro l’Aek per un incontro preliminare di Champions Leugue. Il Siviglia, in accordo con la famiglia, ha allestito una camera ardente all’interno dello stadio sino a giovedì, giorno in cui sono previsti i funerali. Accanto alla bara ci saranno le bandiere del suo amato club e quella spagnola, inoltre verranno esposti i cinque trofei che il ragazzo ha vinto con i suoi compagni negli ultimi quindici mesi. Puerta, che vantava anche una presenza con la nazionale spagnola, con il Siviglia aveva conquistato due volte la coppa Uefa, una Supercoppa Europea, una Supercoppa di Spagna e una coppa del Re. L’evento si carica di maggiore drammaticità poiché la moglie incinta aspettava il loro primo figlio.
La federazione spagnola osserverà un minuto di silenzio ed una giornata di lutto nella prossima gara di campionato, mentre il tradizionale trofeo Santiago Bernabeu è stato rinviato. Ma già venerdì i compagni di Puerta dovranno scendere in campo per la finale di Supercoppa Europea contro il Milan,