La Procura della Repubblica di Bari sta indagando su sette persone coinvolte in attività di “truffa ai danni dello Stato”, relativamente a presunti brogli avvenuti in tre università italiane: Bari, Ancona e Chieti.
Nel corso dei test d’ingresso per la facoltà di Medicina e Odontoiatria, ci sarebbero stati, infatti, presunti aiuti a circa 50 studenti. Il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza ha condotto, nei giorni scorsi, una serie di perquisizioni presso gli atenei delle tre università, e nei confronti dei soggetti coinvolti. Agli studenti venivano chiesti da un minimo di 8mila euro, per frequentare un corso privato e ricevere assistenza durante il test, e fino a 30mila euro qualora il candidato avesse effettivamente superato la prova. Gli studenti coinvolti, in tutto una cinquantina, avrebbero ricevuto aiuto tramite cellulare, attraverso sms. Sono stati registrati tentativi di aiuti anche nell’ordine della composizione delle aule: candidati adulti che affiancavano altri candidati giovani, parenti tra di loro. Il rettore dell’università di Bari, all’ultimo momento, ha invece “sventato” il tentativo, posizionando i candidati in ordine di età, evitando quindi che pseudo-candidati adulti potessero aiutare parenti più giovani. L’attività illecita è stata monitorata in tempo reale dalla GdF, attraverso riprese video, intercettazioni telefoniche e pedinamenti. I sospetti, in merito all’indagine, sono partiti da una persona, interna all’ateneo dell’Università di Bari, che organizzava corsi e lezioni private a Polignano a Mare, in provincia di Bari. Le indagini sono ancora in corso, e non si esclude che altri studenti possano aver beneficiato dell’attività illegale.