Vi siete mai chiesti, quando sentite parlare delle manovre finanziarie, di sgravi fiscali alle famiglie, ai giovani, cosa vogliono intendere i nostri “illustrissimi e carissimi” politici? Dubito che ci sia una risposta in merito!
Nessuno sa e nessuno comprende ciò che dicono, hanno dalla loro parte un linguaggio che poco riescono a comprendere i cittadini. Ogni parola viene espressa per mettere in difficoltà la gente, un linguaggio che ha bisogno di “traduzioni”. Nonostante una buona parte dei cittadini se la cava con la lingua madre, c’è una buona fetta di gente che intuisce ma non capisce ciò che dicono. Ed ecco chiarito il motivo per il quale la classe politica non riesce a dialogare con la gente: usa espressioni e termini tirati fuori dal paroliere più difficile del vocabolario della lingua italiana.
Chiarezza e semplicità sono il frutto del dialogo corretto, altrimenti si lascia all’interpretazione il significato dei discorsi. In questi giorni si parla molto della finanziaria appena varata dal Consiglio dei Ministri, riduzioni Ici, sgravi fiscali ai “Bamboccioni” che devono lasciare le famiglie. Ebbene, si parla di sgravi fiscali, ma ben poco si capisce di cosa si tratta. Il politichese è sempre la lingua più comune, purtroppo i fatti sono ben altri. Bisogna capire cosa s’intende per sgravio fiscale di mille euro all’anno per un giovane che prende in affitto un appartamento. Onestamente, la vedo come un’ulteriore presa per i fondelli. Per un giovane prendere in affitto un alloggio, innanzitutto, significa pagare luce, acqua, condominio, contratto d’affitto e canone mensile, vale a dire dalle 600/700 euro mensili per un monolocale.
Mi dite voi come fa un giovane a lasciare la famiglia, pur immaginando che abbia uno stipendio di 1000 euro al mese? Impossibile che un ragazzo abbandoni la propria casa, sapendo che va incontro ad una miriade di spese, per poi ottenere uno sgravio fiscale sull’Irpef a fine anno. Ma si rendono conto che continuano a prendere in giro i giovani con strumenti che non danno nessun vantaggio, se non quello di rimanere nella propria casa? Un affitto di 600 euro al mese equivale a 7200 euro l’anno, la luce sono altri 1200 euro, il condominio altri 1000 euro, l’acqua altri 1000 euro, la Tarsu 700 euro. I giovani si chiedono: è mai possibile che per avere uno sgravio di 991 euro all’anno, pari a 80 euro mensili, dobbiamo imbatterci in un mare di soldi da spendere? Come diceva il grande Totò: “…ma mi faccia il piacere!”.
Restino dove sono, perlomeno possono divertirsi, altrimenti diventerebbero un “numero” da aggiungere alla già lunga lista dei sette milioni di poveri presenti in Italia. Il “bla bla bla” della politica: riescono ancora ad illudere, ma analizzando le cose si comprende che i giovani sono molto più intelligenti di loro e lasciano correre le chiacchiere. Per far uscire i giovani dalle case dei propri genitori bisogna, innanzitutto, dargli la casa, perché gli affitti sono proibitivi, dopodiché dargli un lavoro sicuro e non precario. Dare la casa vuol dire costruire alloggi per i giovani e le giovani coppie. Trovare casa per un giovane o una giovane coppia è già è un impresa ardua, oltretutto, trovarla ad un prezzo accessibile è difficilissimo. Trovare un lavoro è un’utopia, una volta trovato è precario. Allora a chi vogliono prendere in giro? Se non c’è un lavoro stabile e ben retribuito, come si fa ad uscire da sotto le ali protettive della famiglia?
La politica deve smetterla di dire e fare cose insensate, bisogna costruire realtà concrete, no illusioni che servono soltanto a dare dei numeri che nessuno sa leggere. La gente è abituata a guardare in faccia ai fatti, alle risultanze di ciò che è la loro vita di tutti i giorni. Di quei numeri non sanno cosa farsene. Se si diminuisce l’ici e si aumentano gli estimi catastali non c’è nessun vantaggio per i cittadini. L’ici è una tassa ingiusta, voluta solo per dare ai comuni un po’ di ossigeno, tolto ai cittadini, al solo scopo di accontentare qualcuno con il federalismo fiscale, introducendo un’ulteriore tassa a chi la casa l’ha costruita e comprata con i propri soldi. La sfiducia nei confronti dei politici continua, non hanno più idee per risollevare il paese, sono solo impegnati a costruire nuovi partiti.
In Italia non servono nuovi partiti, servono nuovi politici, altrimenti si assiste continuamente ad un chiacchierio incomprensibile, fatto di ipocrite battute, che alimentano la rabbia dei cittadini nei confronti della classe politica, che ogni giorno sale sul patibolo del ridicolo.