La vita è molto strana. Ricordate il direttore del corriere della sera Paolo Mieli, quando a pochi giorni dalle elezioni si schierò apertamente con il centrosinistra appoggiando la candidatura di Prodi? Ebbene, oggi critica aspramente l’operato dell’esecutivo del Mortadella.
Lo fa nell’annuale conferenza dei Giovani Industriali a Capri. La trasmissione “Confronti”, di Raidue, lascia vedere un filmato dove si sente un Mieli, come sempre pacato, certamente diverso da Beppe Grillo, ma assai critico con il governo. “Non bisogna aspettare quindici anni per vedere realizzato quello che oggi state promettendo” dichiara Mieli davanti alla platea degli industriali, che attentamente ascoltano il dietrofront del direttore del Corriere della Sera. “Dite ma non fate, quello che dite di fare lo dovete fare oggi, subito, stamattina lo dite, domattina lo dovete fare. Se siete capaci di farlo e bene, altrimenti ritorniamo al voto. Il Paese non può aspettare quindici anni per veder realizzato quello che oggi state promettendo. Si sente soltanto dire faremo, daremo, no, dovete fare subito, ora”. Finalmente la coerenza professionale di un giornalista e direttore di una delle più grandi testate giornalistiche nazionali dimostra il senso di responsabilità, che abbatte tutti quei pregiudizi che si erano detti sul suo conto, dopo aver speso “una parola in più” durante la campagna elettorale che ha visto Prodi vincitore. Il continuo mantenere a tutti i costi le poltrone da parte di questo esecutivo sta esasperando persino chi gli è stato accanto. Questo governo deve andare a casa, sta commettendo tantissimi errori per accontentare una volta uno, una volta l’altro partito. Di questo passo, in poco tempo, il Paese precipiterà in un baratro profondo. È una coalizione che ogni giorno rivela dissensi interni su questioni importanti per il Paese. Le parole di Mieli non sono campate in aria, sono sagge e fanno un’analisi attenta dell’attuale governo. Si è arrivati alla conclusione che ormai questo esecutivo, a dispetto di quello che loro vogliono far credere, ossia che durerà cinque anni, sia arrivato alla fine. Nessuno vuole staccare la spina del respiratore artificiale che tiene in vita il governo Prodi, per non avere addosso le responsabilità di averlo fatto morire. Ormai non ci sono alternative diverse dalla caduta dell’esecutivo, o si inizia a fare ciò che si dice, o meglio andare alle elezioni al più presto. Una cosa è certa: prima bisogna cambiare la legge elettorale, altrimenti nel pantano in cui ci troviamo oggi si ritroverà chiunque andrà al governo domani.