Arrestato il boss Lo Piccolo, successore di Provenzano

di Antonio Taglialatela

Salvatore Lo PiccoloPALERMO. Arrestato dalla polizia il boss latitante Salvatore Lo Piccolo, 65 anni, ritenuto, assieme a Matteo Messina Denaro, il nuovo capo di Cosa Nostra dopo l’arresto di Bernardo Provenzano.

Sandro Lo PiccoloL’operazione è avvenuta a Carini, paese di 26mila abitanti distante circa 26 chilometri da Palermo. Assieme a lui c’erano il figlio Sandro Lo Piccolo, 32 anni, ed altri due latitanti, Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo. Tutti sono fra i trenta maggiori ricercati d’Italia. Lo Piccolo, detto “Totuccio”, latitante dal 1983, viveva con il figlio in una lussuosa villetta, nessun casolare abbandonato nelle campagne come quello dove fu catturato Provenzano. Nella stessa villetta, proprio mentre si teneva un summit mafioso tra i quattro, gli uomini della squadra mobile di Palermo (gli stessi che catturarono Provenzano) hanno eseguito gli arresti. Sandro Lo Piccolo (ricercato da sette anni dopo una condanna all’ergastolo) è uscito dalla casa piangendo ed urlando “Ti amo papà”. Già nel marzo 2005 la polizia aveva messo in manette 84 persone accusate di far parte del clan dei Lo Piccolo.

Salvatore Lo Piccolo, foto segnaleticaL’operazione è stata coordinata dai pm Nico Gozzo, Gaetano Paci e Francesco Del Bene. L’inchiesta è del procuratore aggiunto Alfredo Morvillo. Grande soddisfazione da parte del Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, del procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo, e dal questore di Palermo Giuseppe Caruso. “Dopo questo arresto ora attendiamo la disarticolazione dell’apparato criminale sul territorio. – ha detto Messineo – I due latitanti erano punto di riferimento di capimafia”. “Dopo Provenzano ora toccava ai Lo Piccolo – ha detto Caruso – e la polizia è riuscita a centrare questo risultato portando in cella anche altri due latitanti”.

Nato a Palermo, quartiere San Lorenzo, il 20 luglio 1942, Salvatore Lo Piccolo negli ambienti mafiosi è soprannominato “Il Barone”. Ricercato dal 1983, a suo carico aveva otto ordinanze di custodia cautelare. Tra le accuse, associazione mafiosa e omicidio. Durante la “carriera” malavitosa è stato agli ordini di Totò Rina, prima, e di Provenzano, poi. Negli anni è riuscito ad ottenere il controllo di parte della provincia di Palermo, detenuto anche nel periodo di latitanza, con i business dello spaccio di stupefacenti e del pizzo. Dopo la cattura di Provenzano il suo potere era accresciuto, tanto da diventare l’erede del superboss. La sua è stata un’ascesa rapida e silenziosa, consentita dallo stesso Provenzano, di cui era diventato il braccio armato. E’ riuscito a collocarsi sullo stesso gradino di Matteo Messina Denaro, latitante del trapanese. Proprio quest’ultimo, ora è da considerare come il successore di Lo Piccolo e, dunque, nuovo numero uno di Cosa Nostra. Anche attorno a lui, però, il cerchio si sta restringendo.

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